Putin è al delirio: “Gli occidentali come i nazisti: mettono al rogo la cultura russa”. Lavrov rincara la dose

25 Mar 2022 17:24 - di Bianca Conte
Putin

Adesso Putin attacca pure col piagnisteo. E in un ambiguo gioco di appartenenze e recriminazioni, mentre infierisce sull’Ucraina, e mostra il volto crudele di Mosca, rivendica grandezza – e universalità – della cultura russa. Lamentando contestualmente un “tentativo di distruzione” in atto in nome della cancel culture. E perpetrato dal solito nemico occidentale ai danni della grande madre Russia. O meglio: il presidente russo Vladimir Putin ha accusato oggi i paesi occidentali di voler «cancellare» la cultura russa, come fecero i nazisti «per distruggere la letteratura indesiderata in Germania». Asserendo: «Sulla Russia la cancel culture si è trasformata in abolizione della cultura russa», ha dichiarato il leader del Cremlino durante una consegna di premi a Mosca. E ancora: «Escludono compositori come Tchaikovski, Shostakovich, o Rachmaninov dai cartelloni dei concerti. Gli scrittori russi e i loro libri vengono proibiti», sostiene Putin. Denunciando «una discriminazione progressiva di tutto quanto è in rapporto con la Russia».

Putin: «Gli occidentali come i nazisti: vogliono cancellare la cultura russa»

Insomma, per arrivare al punto di paragonare il boicottaggio di eventi culturali russi ed esponenti della cultura russa nei Paesi occidentali ai roghi di libri di cui si resero responsabili i nazisti. Sostenendo convintamente il paragone con il passato secondo cui, «l’ultima volta sono stati i nazisti in Germania, circa 90 anni fa, a condurre una tale campagna di distruzione della cultura indesiderabile. E ci ricordiamo bene delle immagini dei libri bruciati nelle piazze»… il capo del Cremlino deve essere davvero in grande crisi. Le sanzioni internazionali inferte da Europa e Usa. E l’isolamento in cui lo stesso Zar ha recluso la Russia, tra necessità propagandistiche e tentazioni autarchiche, cominciano a pesare sulle spalle di Mosca. Non è un caso allora se, a fare da sponda alle recriminazioni cupe di Putin sia intervenuto in questi ultimi giorni uno dei suoi fedelissimi: il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov.

E il fedelissimo Lavrov rilancia: «L’Occidente ha dichiarato guerra ibrida totale alla Russia»

Il quale si è scagliato contro “vecchio continente” e Stati Uniti per il loro comportamento recente. Rilasciando dichiarazioni – come ha fatto in un discorso all’Istituto statale di relazioni internazionali di Mosca – che la Tass ha rilanciato, su quanto «sta succedendo nel mondo». Che, a sua detta, «non riguarda solo e non tanto l’Ucraina. Ma gli sforzi per creare un nuovo ordine mondiale». Una denuncia ribadita anche all’inizio dei negoziati con il leader dell’Abcasia, Aslan Bzhaniya, con cui Lavrov ha ribadito ancora: «Le relazioni internazionali stanno vivendo altissima tensione a causa del desiderio implacabile dell’Occidente, con le buone o con le cattive, ma soprattutto con le cattive, di mantenere il proprio dominio negli affari internazionali. Di soggiogare tutto e tutti. E di riconquistare un mondo unipolare».

Lavrov: «I politici europei come la Germania hitleriana»

Non solo. Sempre Lavrov, in occasione di una riunione del Fondo per la diplomazia pubblica Alexander Gorchakov, è tornato a parlare nuovamente della crisi mondiale. Rilevando: «L’Occidente ha dichiarato guerra ibrida totale alla Russia. Una vera guerra ibrida. Una guerra totale contro di noi. Questo termine, che è stato usato dalla Germania hitleriana, è stato ora pronunciato dai politici europei. Alcuni dei quali – ha anche aggiunto Lavrov – non nascondono di voler distruggere. Abbattere. Annientare e strangolare l’economia russa». Un singolare ribaltamento dei piani, prodromico a una curiosa mania di persecuzione. Se non è propaganda questa…

 

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