Pensioni anche a terroristi e mafiosi. E andranno versati gli arretrati. L’Inps applica la sentenza Amato

18 Mar 2022 8:37 - di Gabriele Alberti
pensioni terroristi

Condannati con sentenza passata in giudicato per terrorismo e mafia in una situazione di detenzione alternativa al carcere (domiciliari, servizi sociali ecc) hanno diritto a riavere la Naspi: la pensione sociale o quella di disabilità. E a ricevere anche gli arretrati. Lo ha reso noto l’Inps sulla base di una sentenza della Corte Costituzionale. Che ha dichiarato illegittimo l’articolo della legge 92/2012 che prevedeva la revoca delle prestazioni a fronte di condanne per mafia e terrorismo. Di fatto la Corte ha annullato l’articolo della legge 92 del 2012 che aveva introdotto la revoca delle prestazioni assistenziali ai condannati anche in regime non carcerario. Anche per questa categoria infatti  il giudice applicava la sanzione accessoria che disponeva lo stop dell’erogazione di eventuali indennità di disoccupazione, assegno sociale, pensione sociale e pensione per gli invalidi civili.

Pensioni a terroristi e mafiosi: sentenza della Corte Costituzonale

Secondo i giudici quella disposizione era in contrasto con la Costituzione. Per questo ora tutte le prestazioni assistenziali collegate allo stato di indigenza come la Naspi (l’indennità di disoccupazione); la pensione sociale o di disabilità, vanno non solo erogate ma anche restituite ai condannati in via definitiva per reati di mafia o terrorismo che stiano scontando la pena non in carcere (per esempio ai servizi sociali o ai domiciliari). Ne avranno diritto dopo aver fatto domanda all’Inps, che dovrà provvedere anche agli arretrati.

Pensione a mafiosi e terroristi con detenzione alternativa al carcere

Il terreno è scivoloso e sul sito dell’Inps e sui social stanno fioccando polemiche. “L’illegittimità della revoca – si legge nella sentenza della Corte numero 137 del 2021 – infatti, deriva dal pregiudizio al diritto all’assistenza per chi necessiti dei mezzi per sopravvivere. Ce deve essere comunque garantito a ciascun individuo, pur se colpevole di determinati reati”. Alla luce della sentenza – si legge nel messaggio Inps – “può essere ripristinata con decorrenza dalla data della revoca o da una data successiva se la misura alternativa alla detenzione in Istituto penitenziario è stata disposta successivamente a quella della revoca. Molti pensionati al minimo o invalidi sono avviliti. Per quegli invalidi a cui il governo ha sospeso la pensione di invalidità perché avevano  un “lavoretto” dignitoso sembra uno schiaffo

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