Guzzanti: “Avvelenamento di Abramovich? E’ un marchio della ‘casa madre’ Russia”. I precedenti

28 Mar 2022 20:13 - di Angelica Orlandi
Abramovich

Una notizia che mi ha colpito. E’ un marchio della ‘casa madre’ la pratica di usare veleni non rintracciabili, come accadde, ad esempio, con il polonio nel caso di Litvinenko. Ovviamente non sappiamo ancora se sia vero o meno; ma certo quando si sente parlare di veleno siamo abituati a rivolgerci ad un autore illustre, il Kgb, non certo a un improvvisatore“. Così all’AdnKronos l’ex presidente della Commissione Mitrokhin Paolo Guzzanti si è espresso su quanto riporta il ‘Wall Street Journal’ a proposito dei “sintomi di sospetto avvelenamento” che avrebbero manifestato l’oligarca russo Roman Abramovich e i negoziatori ucraini dopo un incontro a Kiev nelle settimane scorse.

Presunto avvelenamento di Abramovich, Guzzanti: “Nessun medico…”

Guzzanti, dopo aver ricordato anche il caso dell’ex agente dello spionaggio militare russo, “Sergej Skripal, avvelenato insieme alla figlia Julia con il gas nervino Noviciok” a Salisbury, in Inghilterra, osserva: “C’è un fattore che può essere subito verificato. Se si tratta di un avvelenamento da parte dei russi, nessun medico sarà in grado di fare una diagnosi, di capire di cosa si tratta; magari si parla di dissenteria o altro, e invece poi arriva la morte. In questo campo gli avversari magistrali dei russi sono gli inglesi, in grado di fare un check attendibile“.

“Quando vogliono uccidere lo fanno senza che nessuno sospetti”

Quanto all’ipotesi che l’avvelenamento di Abramovich e dei negoziatori ucraini possa essere stato messo in atto per sabotare il tentativo di accordo per il cessate il fuoco, Guzzanti chiosa: “Dovremmo avere qualche elemento in più, però potrebbe essere. Loro in genere, ripeto, quando vogliono uccidere lo fanno senza che nessuno sospetti che sia un avvelenamento. L’avvelenamento, insomma, è un costume della casa”. Infine, sulla possibilità che la notizia, se confermata, possa incidere sullo scenario generale del conflitto, Guzzanti afferma: “Dipende da molti fattori, ad esempio a che punto erano i negoziati; se era stata consolidata una prospettiva e quale. Però sì, potrebbe incidere, ma anche in questo caso servirebbero maggiori elementi per valutare”.

I precedenti

Il possibile avvelenamento del’oligarca russo Roman Abramovich e di negoziatori ucraini riporta alla memorie simili vicende di oppositori russi o personaggi considerati scomodi da Mosca da Alexei Navalny a Alexander Litvinenko e all’ex presidente ucraino Viktor Yushchenko. L’Adnkronos ne ricostruisce diverse

– 20 agosto 2020: l’oppositore Alexei Navalny perde conoscenza in aereo durante un volo da Tomsk a Mosca. L’aereo fa uno scalo d’emergenza a Omsk, dove Navalny viene ricoverato in ospedale in coma. Su pressione di Francia e Germania, Navalny viene trasportato a Berlino il 22 agosto all’ospedale la Charitè, dove gli viene salvata la vita. Gli viene riscontrato un avvelenamento con l’agente nervino novichok. Una volta guarito, nel gennaio 2021, Navalny è tornato in Russia dove è stato subito arrestato, Recentemente ha ricevuto una nuova condanna a nove anni di carcere.

4 marzo 2018: l’ex agente dell’intelligence militare russa Sergei Skripal e sua figlia Yulia vengono trovati riversi su una panchina della città britannica di Salisbury. Si scoprirà poi che sono stati avvelenati con un agente nervino, il novichok. Entrambi sono guariti dopo un lungo ricovero in terapia intensiva in ospedale, così come un poliziotto britannico rimasto contaminato.

2017: il giornalista russo Vladimir Kara Murza, 35 anni, del movimento dissidente Open Russia, viene ricoverato d’urgenza in terapia intensiva a Mosca il 2 febbraio e posto in stato di coma farmacologico. I sintomi sono simili al blocco renale improvviso che colpì il dissidente nel 2015 e che lui attribuì allora ad un avvelenamento. Il 19 viene trasferito in un ospedale all’estero, dopo che gli è stata diagnosticata una intossicazione dovuta a una sostanza sconosciuta. Kara Murza vive ora all’estero. In Russia era vicino a Boris Nemtsov, ex vice premier ai tempi di Boris Eltsin poi diventato fra i principali critici del presidente Vladimir Putin, assassinato a Mosca il 27 febbraio 2015.

2006: ex agente dei servizi russi dell’Fsb, Alexander Litvinenko era fuggito a Londra nel 2000 dopo aver accusato i suoi superiori di aver ordinato l’assassinio dell’oligarca Boris Berezovsky. Dalla Gran Bretagna aveva puntato il dito contro il leader del Cremlino Vladimir Putin per l’assassinio della giornalista Anna Politkovskaya. Il 1 novembre 2006 Litvinenko si ammala improvvisamente e viene ricoverato in ospedale. Muore il 23 novembre di quello che viene riconosciuto come avvelenamento da polonio. La sostanza radioattiva sarebbe stata messa nella sua tazza di té da due russi durante un incontro in un albergo di Londra. Gli inquirenti britannici hanno accusato un agente dell’Fsb, Andrey Lugovoi, di cui Mosca ha rifiutato l’estradizione in una vicenda che ha provocato forti tensioni diplomatiche fra i due paesi.

2004: allora candidato alle elezioni presidenziali ucraine, il leader dell’opposizione Viktor Yushchenko viene ricoverato in Austria nel settembre 2004 dopo essere stato vittima di un misterioso avvelenamento da diossina, sostanza che gli era stata probabilmente versata nella minestra. Salvato dalla morte, ma con il volto sfigurato, Yushechenko sfida il filo russo Viktor Yanukovych al ballottaggio delle presidenziali il 23 novembre 2004. Vince quest’ultimo, ma le accuse di brogli e le proteste di piazza della ‘rivoluzione arancione’ portano ad una ripetizione del ballottaggio che dà la vittoria a Yushchenko. Successivamente Yushchenko affermerà di essere stato avvelenato da tre uomini che erano con lui a cena, poi rifugiati in Russia. Uno di loro era l’ex numero due dei servizi ucraini, Volodymyr Satsyuk, che ha poi ricevuto la cittadinanza russa.

1978: Georgi Markov era uno scrittore fuggito nel 1969 dal regime comunista bulgaro di Todor Zhikov. Stabilitosi a Londra, lavorava come giornalista per la Bbc, l’emittente finanziata dagli americani Radio Free Europe e la radio tedesca Deutsche Welle. Famoso per i suoi attacchi sarcastici al regime bulgaro, fu colpito con una punta d’ombrello alla gamba mentre aspettava l’autobus il 7 settembre 1978, giorno del suo compleanno. Morì l’11, dopo essere stato ricoverato in ospedale con la febbre alta. L’autopsia rivelò una micro capsula contenente ricina, un potente veleno, che gli era stata iniettata tramite un congegno pneumatico attraverso la punta di un ombrello. Dell’omicidio furono sospettati i servizi bulgari, forse con l’aiuto del Kgb russo.

 

 

 

 

 

 

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