Era un nuotatore scarso, diventa trans e batte le olimpioniche Usa: l’assurdo caso di Lia Thomas (video)

19 Mar 2022 16:03 - di Laura Ferrari
Lia Thomas foto

Lo sport americano si interroga sulla deriva Lgbt, che terremota completamente i principi elementari dell’agonismo e della competizione leale. Chi ha dei dubbi provi a digitare su google Lia Thomas, nuotatrice transgender, nato maschio come William Thomas, ma soprattutto nuova stella del nuoto femminile.

A un certo punto della sua carriera agonistica, da mediocre nuotatore della Pennsylvania University (nel 2019 risultava al 462mo posto nel ranking dei tempi nello stile libero) si è “scoperto” donna. A iniziato a gareggiare con le colleghe nuotatrici e lì è diventato un fenomeno del nuoto femminile. Il risultato? Sta vincendo a mani basse, surclassando le altre. Ieri, alla finale dell’American University League (NCAA I) l’atleta trasngender ha vinto mercoledì il suo primo titolo, nella finale delle 500 yard (circa 450 metri), e ha rivoluzionato la storia del nuoto americano. Staccate nettamente tutte le altre. A cominciare dalla seconda arrivata Emma Weyant, medaglia d’argento nei 400 misti ai Giochi di Tokyo di sei mesi fa.

“Lia Thomas ha imbrogliato”: qualcuno ha il coraggio di dirlo

Addirittura terza Erica Sullivan, che nelle stesse Olimpiadi ha conquistato l’argento nei 1500 stile libero. Quest’ultima aveva dichiarato prima della competizione che non era un problema per lei nuotare con Thomas. Evidentemente, la dittatura del politicamente corretto ha terrorizzato anche le donne dello sport. Sanno tutti come va a finire quando una donna ha da obiettare. Sanno tutti cosa è accaduto a chi ha osato fare obiezioni: dalla battaglia contro la scrittrice JK. Rowling a quella contro la cantante Adele. La gara di nuoto e tuffi della NCAA è andata in onda anche in tv e le polemiche si sono sprecate non solo sulle tribune ma anche sui social. Più di un commentatore ha usato espliciatamente il termine di “Cheater,” ovvero “imbroglione”. Non sono mancati anche i messaggi di sostegno in favore della parità di genere. Alla faccia della competizione leale.

Meloni: “Una discriminazione nei confronti delle donne nello sport”

Il bizzarro caso di Lia Thomas non è il primo nello sport americano. Sull’argomento era intervenuta nell’estate scorsa, anche Giorgia Meloni commentando un caso analogo, nel sollevamento pesi, relativo a Laurel Hubbard, «una persona transgender che, grazie al percorso di transizione, ha ottenuto i requisiti per gareggiare nella categoria femminile di pesi massimi. Come si può consentire – ha osservato la Meloni – che una persona, con la forza e la stazza di un uomo, possa competere a livello sportivo con le donne? Ci schiereremo sempre contro questa ideologia volta ad eliminare le differenze e a renderci privi di qualsivoglia identità. Possibile – ha denunciato la leader di FdI – che nessuno si renda conto di questa macroscopica discriminazione nei confronti delle donne?». Si attendono ancora risposte.

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