Enrico Ruggeri: “Ho pagato per le mie idee sulla pandemia. La Rai non mi ha più voluto”

16 Mar 2022 10:26 - di Federica Argento
Enrico Ruggeri

Enrico Ruggeri ha presentato il suo nuovo album “Rivoluzione” in uscita il 18 marzo e si è tolto parecchi sassolini dalla scarpa durante le intervista su quasi tutti i quotidiani: «Se non avessi preso certe posizioni avrei un’altra situazione economica. Ho un record di messaggi privati di colleghi che mi danno ragione, ma nessuno lo ha fatto in pubblico. Oggi se hai un’idea te la fanno pagare cara. Nel 2019-20 ho fatto sette serate su Rai1 con una produzione che costava meno di tante altre che hanno avuto ascolti più bassi. Mi aspettavo di essere richiamato». Invece. “Dopo le mie frasi sulla pandemia la Rai non mi ha più voluto“.

Enrico Ruggeri: “Perché la Rai non mi ha più voluto”

Sempre fuori dal coro, Enrico Ruggeri qualche tempo fa è stato bombardato dai social per aver definito «schiavitù mentale» la scelta di chi ancora usa la mascherina all’aperto. Lui stesso tempera quelle parole ma precisa: «Ho usato parole eccessive. Ma trovo pericoloso abituarsi alle restrizioni. Ci si abitua a tutto, è vero. Con il rischio, però, di atrofizzarsi. Se non avessi usato la parola “schiavitù” sarebbe stato meglio». Nell’agosto scorso fece una battagia per far accedere al suo concerto denza green pass. Propose di fare tamponi ai possesori dei biglietti, cosa che ottenne. Con il nuovo album di cui è già uscito il brano Rivoluzione (anticipato sul Secolo d’Italia) tornerà in concerto da aprile con “La rivoluzione – il tour”. Queste le prime date: 2 aprile al Teatro San Domenico di Crema; 9 aprile al Teatro Nazionale di Milano; 21 aprile al Teatro Ambasciatori di Catania; 26 aprile al Teatro Olimpico di Roma; 30 aprile al Teatro Cavallino Bianco di Galatina (Lecce).

Enrico Ruggeri: “I miei colleghi mi davano ragione in privato sul Green pass”

Ci sono voluti due anni per finire l’album, Enrico Ruggeri ha perso il ritmo che lo portava a pubblicare un disco all’anno. Il nuovo «La rivoluzione» arriva a tre anni dal precedente. «È come se fosse il best of dei tre album che avrei fatto in questi anni. A causa della pandemia non era mai il momento giusto e allora continuavamo a lavorare in studio, a fare e rifare andando alla ricerca del Santo Graal di ogni musicista: ovvero il suono», dice al Corriere della Sera. La pandemia lo ha rallentato, ma anche danneggiato in un certo senso: Ruggeri ha dichiarato di avere pagato per avere espresso le sue opinioni contro mascherine e green pass che andavano contro il mainstream di maniera, scatenato bufere social. sostine di vantare il magigor numero di applausi deitro le quinte da parte di colleghi che lo approvavano ma senza esporsi.

Il brano “La mia libertà” contro la censura preventiva

Il brano «La mia libertà», che chiude il lavoro, somiglia molto a un “testamento spirituale”. Racconta  “di un personaggio che di fronte a «censure preventive» e «riflessi pavloviani» sceglie di non parlare più: «È la mia lettera di Jacopo Ortis – dichiara al quotidiano di via Solferino-. Ma non ho intenzione di togliermi la vita- spiega tra il serio e il faceto-. E nemmeno di ritirarmi dai social: è uno sfogo». L’album “Rivoluzione” è incentrato sul passaggio dall’adolescenza all’età adulta, con uno sguardo affettuoso alla mia generazione. Per la copertina stavamo pensando a qualcosa in stile realismo sovietico; ma visto che non parlo di barricate, ma di quelle persone, ho messo la foto di classe di quando ero al liceo Berchet».

Ruggeri ai giovani cantautori: leggete qualche libro e non dite banalità

Sfotte nel brano “Rivuluzione” i sessantottiniVincitori di un grande girone e poi sconfitti in finale”. “UN biglietto scaduto di sola andata”.  Poi è severo con i giovani  cantautori: “Ho 64 quasi 65 anni e a uno giovane direi che si fanno troppe menate per scrivere cose ovvie. Il primo album dei Led Zeppelin è stato scritto e finito in 5 giorni. La mia generazione scriveva canzoni ma sceglieva fra 5000 parole prima di trovare un aggettivo; ora forse fra 500. I cantautori di oggi al massimo hanno letto Topolino, sempre che sappiano cos’è. Insomma, ragazzi, leggete qualche libro. «I rapper e i trapper scrivono cose toste»mi dicono- osserva caustico- . Dostoevskij su un ragazzo che ammazza una vecchia signora ci ha scritto “Delitto e Castigo”, ma è meglio che mi fermi qui”.

 

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