Covid, 32.573 contagi e 119 morti. Bassetti: «Non quinta ondata, ma prima con virus depotenziato»

21 Mar 2022 18:40 - di Gigliola Bardi
quinta ondata

Sono 32.573 i nuovi casi di Covid registrati da ieri e 119 i morti, che portano il totale delle vittime a 157.904 da inizio pandemia. Ieri i contagi erano stati 60.415 e i morti 93. Il tasso di positività scende al 15% dal 16,3% di ieri, su 218.216 tamponi processati a fronte dei 370.466 di ieri. L’andamento dei numeri continua a suscitare reazioni contrastanti fra i virologi, fra chi lancia l’allarme sui rischi di una nuova ondata e chi tranquillizza sull’aggressività del virus.

Aumentano i ricoverati con sintomi

Nelle ultime 24 ore sono aumentate le persone ricoverate con sintomi: oggi sono 298 in più di ieri per un totale di 8.728. Calano, invece, quelle in terapia intensiva, che sono 4 in meno di ieri per un totale di 463 persone. Gli attualmente positivi oggi sono 1.175.280, vale a dire 2.456 in più di ieri. I guariti nelle ultime 24 ore sono stati 30.870, che portano il totale dall’inizio della pandemia a 12.562.004 che hanno superato la malattia su 13.895.188 che hanno contratto il virus.

Bassetti: «Più che quinta ondata, prima con virus depotenziato»

«Io non credo che siamo di fronte ad una quinta ondata. Forse è la prima ondata di un virus depotenziato, perché non è paragonabile alle precedenti quattro ondate e perché i nostri ospedali hanno pressione zero. Ovvero, questo aumento dei contagi non porta ad una malattia grave», ha commentato il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, parlando con l’agenzia di stampa Adnkronos. «Se vediamo i numeri, l’incremento dei nuovi casi ha 10-15 giorni di vita e quindi avremmo già dovuto vedere un aumento sui ricoveri e sulle terapie intensive se avesse portato ad una malattia grave. Dobbiamo monitorare, fare attenzione, ma – ha concluso Bassetti – i vaccini funzionano eccome».

Galli: «Mi sembra di un déja vu»

Per Massimo Galli «se la risalita dei contagi non si tradurrà in una nuova pressione sugli ospedali, e questa evidenza per ora non c’è , potrà forse essere sopportabile: ci causerà qualche morto in più, ci causerà tutta una serie di problemi, ma va bene». «“The show must go on”», ha detto l’infettivologo, spiegando però che gli «sembra di vivere un déja vu: la prima estate della pandemia fu l’estate in cui la gente veniva insultata se portava la mascherina, perché tanto doveva essere tutto finito e poi abbiamo avuto decine di migliaia di morti. La seconda estate è stata quella del “rischio ragionato”, e poi è arrivata la variante Delta. Adesso ci troviamo davanti una terza estate in cui di vaccinati ce ne sono stati molti, ma c’è stata anche una flessione importante di nuove vaccinazioni, soprattutto di quelle dei bambini, e c’è Omicron super trasmissibile e in grado di reinfettare bene chi ha avuto altre varianti».

 

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