Bimba investita all’asilo, al via il processo a Velletri. I genitori: «Vogliamo giustizia e verità su nostra figlia»
Ha preso il via davanti al Tribunale di Velletri il processo sul caso della piccola Lavinia, la bimba investita il 7 agosto del 2018, all’età di 16 mesi, mentre gattonava nel parcheggio dell’asilo La Fattoria di Mamma Cocca a Velletri, in provincia di Roma, e che da quel giorno si trova in stato vegetativo. Come riporta l’Adnkronos, in aula sono presenti le imputate, la maestra Francesca Rocca, e la mamma alla guida dell’auto che investì la bambina, Chiara Colonnelli. L’accusa sostenuta dal pm della procura di Velletri, Giovanni Taglialatela, nei confronti della maestra, rinviata a giudizio il 21 ottobre 2020, è di abbandono di minore, reato che prevede una pena fino a sei anni di carcere. La mamma alla guida dell’auto è accusata di lesioni gravissime.
Il racconto della mamma della bimba investita
«Fino al giorno prima dell’incidente Lavinia gattonava e aveva bisogno che qualche adulto le tenesse la mano per camminare. Ricordo che il giorno prima di essere investita era riuscita a fare cinque passi. Si era voltata verso di me e si era fatta un applauso». È il racconto di Lara Liotta, la mamma della piccola Lavinia. «Oggi Lavinia è in stato vegetativo di minima coscienza, impossibilitata a muoversi e passa la sua vita a letto aiutata da macchinari, medici e terapisti», ha detto la mamma in aula.
«Scongiurare il rischio prescrizione»
«Siamo arrivati al giorno del dibattimento, speriamo di ottenere qualche buon risultato nella calendarizzazione serrata delle udienze per scongiurare il rischio della prescrizione e che questo processo iniziato vada fino in fondo», ha raccontato sempre la mamma davanti al Tribunale. «Riteniamo che i processi si facciano in tribunale – ha aggiunto il padre Massimo Montebove – Vogliamo giustizia per nostra figlia, che da quattro anni si trova in stato vegetativo e ancora non sappiamo come ci sia finita. I sentimenti oggi sono tanti ma siamo fiduciosi».
L’avvocato della difesa: «Ricordo che c’è la presunzione di innocenza»
«Questo caso sicuramente fa soffrire tutti. Ricordo che c’è la presunzione di innocenza, tante cose non si sanno e verranno alla luce nel corso del processo. Si procede per l’accertamento delle responsabilità personali se ci saranno e io mi auguro che non ci siano nella misura in cui questo è stato un tragico evento. Nessuno ha abbandonato nessuno. Questa è la nostra posizione». Lo ha detto, dal canto suo, l’avvocato Anna Scifoni, difensore della maestra e della mamma alla guida dell’auto.