L’arma segreta dell’Occidente: “bombardare” il rating della Russia. Arriva anche la mazzata di S&P

4 Mar 2022 9:11 - di Leo Malaspina

A colpi di rating, più che di bombe: l’Occidente confida nelle agenzie finanziarie per stanare la Russia e metterla alle strette, oltre che con le sanzioni, nella prospettiva di un possibile default dei conti pubblici e del debito di Mosca. Oggi anche l’agenzia S&P ha tagliato ancora, nel giro di pochi giorni il rating della Russia, che così scende a ‘CCC-‘ da ‘BB+’. Il rating resta in creditwatch con implicazioni negative a fronte del crescente rischio di default. “I rating rimangono in creditwatch negativo per indicare che potremmo ulteriormente abbassarli nelle prossime settimane”, riferisce S&P.

La scure delle agenzie di rating sulla Russia

“Il conflitto militare della Russia con l’Ucraina – sottolinea S&P – ha provocato una nuova serie di sanzioni governative da parte del G7, comprese quelle che prendono di mira le riserve in valuta estera della Banca Centrale della Russia (Cbr); ciò ha reso inaccessibile gran parte di queste riserve, minando la capacità della Cbr di agire come prestatore di ultima istanza e compromettendo quello che era stato – fino a poco tempo fa – il punto di forza del credito della Russia: la sua posizione netta di liquidità esterna”.

“Per mitigare l’elevato tasso di cambio e la volatilità dei mercati finanziari che ne deriva, e per preservare le riserve di valuta estera rimanenti, le autorità russe hanno anche introdotto misure di controllo dei capitali che, a quanto risulta a S&P, potrebbero impedire ai detentori di titoli di stato non residenti di ricevere i pagamenti di interessi e capitale nei tempi previsti”, indice l’agenzia di rating. Di qui la decisione di S&P di ridurre i propri rating sovrani a lungo termine in valuta estera e locale sulla Russia a ‘CCC-‘ da ‘BB+’ e ‘BBB-‘, rispettivamente, e li ha tenuti in CreditWatch con implicazioni negative.

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