San Valentino e truffe online, occhio ai click e alle frecce avvelenate di Cupido. I consigli degli esperti
San Valentino riporta in alto i cuori, rende omaggio all’amore e… attiva l’ingegnosità delle truffe online. Come ricorda l’Adnkronos in queste ore, infatti, dai gioielli personalizzabili, agli accessori in vera pelle e ai cofanetti regalo, su Internet le possibilità di scelta per i regali di San Valentino sono molteplici. Attenzione però: basta un solo clic per trasformare un dono d’amore in una beffa. Per evitare di essere colpiti da una “freccia” che non sia quella di Cupido, il Centro europeo consumatori Italia invita a seguire alcuni consigli.
San Valentino e truffe online: la beffa è a portata di click
Primo “alert” degli esperti: attenzione ai siti di dropshipping. Se qualcuno ha già individuato il regalo perfetto su Internet, magari grazie ai consigli di un influencer, è bene fare attenzione! Potrebbe essere venduto su un sito di dropshipping. Cos’è il dropshipping? Un venditore online presenta un prodotto al pubblico, riceve l’ordine e solo successivamente paga il produttore – che spesso ha sede in Asia – per consegnare il prodotto direttamente all’acquirente. Sebbene questa pratica sia legale, porta spesso a spiacevoli sorprese: i tempi di consegna possono essere molto lunghi. Il prodotto consegnato spesso è di scarsa qualità o addirittura contraffatto. Talvolta per ricevere il proprio ordine si devono pagare delle tasse doganali di cui il consumatore non è stato preventivamente informato.
San Valentino, Centro europeo consumatori Italia: le sorprese del “dropshipping”
«Per evitare gli inconvenienti tipici del dropshipping, è buona regola, prima di finalizzare l’ordine ed effettuare il pagamento. Valutare attentamente la serietà del venditore. Leggere le condizioni e i termini contrattuali. Infine confrontare foto e prezzi su più siti. Alcuni elementi rivelatori del dropshipping sono i tempi di consegna poco chiari. I possibili errori grammaticali sul sito web. L’indicazione di un indirizzo per la restituzione che non presenta alcuna connessione con il venditore, o che sembri appartenere ad un privato» dichiara Maria Pisanò, direttore del Centro europeo consumatori Italia.