Padova, bariste “licenziate” dal prete: il loro posto viene dato ai migranti. Scoppia il caso
Rimaste senza lavoro dopo dieci anni di esperienza alle spalle. Due bariste hanno raccontato al Gazzettino di essere state licenziate perché non sono enologhe e non conoscono una seconda lingua. Le due donne lavoravano nella caffetteria del Museo agli Eremitani di Padova. Dopo l’arrivo del Covid la caffetteria è rimasta chiusa e loro hanno percepito la Naspi per due anni. Poi la batosta. Il bar ora sta riaprendo ma senza di loro.
Padova, il caso delle due bariste
Lo scorso anno il Comune di Padova, come si legge su Libero, ha aperto il bando per la gestione della caffetteria, vinto «dalla cooperativa “Percorso Vita” di Don Luca Favarin, battezzato per la sua attività come “prete dei migranti”. All’interno della struttura, il prete metterà a lavorare proprio migranti e minori a rischio. Così come già accade al ristorante “Strada Facendo” che è gestito dalla stessa cooperativa». «È una grande soddisfazione, per noi, unire la cultura ad una tematica sociale molto forte – dice don Favarin a Padovaoggi.it – . La gestione del bar sarà affidata a professionisti che si avvarranno, poi, della collaborazione dei migranti, minori a rischio devianza e carcerati. Un’esperienza dal grande valore simbolico».
«Ecco che cosa ci hanno detto…»
«La cooperativa – racconta Susanna al Gazzettino, – ci ha detto che non avevamo i requisiti richiesti, ossia che non parlavamo inglese, tedesco e spagnolo e non conoscevamo i vini. Certo non siamo esperte di vini, ma i turisti li abbiamo sempre accontentati. L’inglese non è fluente, ma dopo tanti anni di esperienza quello che serve lo conosciamo».
L’ex sindaco di Padova: «Demagogia e “prima gli altri”»
Scoppiano le polemiche. L’ex sindaco di Padova, Paolo Bitonci della Lega si è schierato con le due donne. «La famosa cooperativa di Don Luca Favarin “Percorso Vita Onlus” – ha scritto su Facebook –vince l’appalto per la gestione della caffetteria del Museo degli Eremitani a Padova. Primo atto del Don che ha annunciato di aver partecipato al bando del Comune per far lavorare i “profughi”? Licenziare due donne italiane, bariste da molti anni, che ora si trovano senza lavoro! Così si comportano certi personaggi, demagogia e “prima gli altri”!».