Lollobrigida: «Un piano per tagliarci fuori? Folle e irrealizzabile. All’Italia serve una Costituente»

14 Feb 2022 8:50 - di Federica Parbuoni
lollobrigida

«L’Italia ha bisogno di un’assemblea costituente che riformi la nostra legge più importante in maniera sistemica». A dirlo è stato il capogruppo di FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida, ricordando che «abbiamo avanzato in Senato una grande proposta in tal senso. Non possiamo continuare a modificare la Carta fondamentale mettendo una toppa qua e là. Per quanto ci riguarda, i tempi sono maturi per una riforma in senso presidenziale della Repubblica».

Un piano per tagliare fuori la destra? «Folle e irrealizzabile»

In una lunga intervista con La Verità, Lollobrigida ha spiegato come sia «folle e irrealizzabile» lo scenario proposto da alcuni retroscena secondo il quale vi sarebbe un piano per realizzare, passando per il proporzionale, una maggioranza Ursula dopo il 2023, tagliando fuori la destra. «Vogliono trovare una legge elettorale che favorisca inciuci nei corridoi del palazzo dopo il voto popolare. Ma – ha ricordato il capogruppo di FdI – non esiste un modello che consentirà l’estromissione dal sistema politico di una forza politica con le percentuali di FdI». «È impensabile – ha avvertito – fare a meno di una forza come la nostra: salterebbero anche le alleanze regionali e locali. E le consegneremmo tutto alla sinistra che resta minoranza in Italia».

Lollobrigida: «I nostri alleati cosa restano a fare al governo?»

Resta però il tema della crisi della coalizione e dei rapporti con la Lega. «La crisi della coalizione – ha ricordato Lollobrigida – non è di natura personale, ma politica. Loro sono alleati con la sinistra. Una condizione non solo innaturale, ma anche ininfluente in termini di politiche di governo. Non riescono a imporsi sulle scelte governative sull’immigrazione, sulle tasse, sul Green pass, a quanto pare neanche sulla giustizia. Cosa restano a fare al governo i nostri alleati?».

«Nella casa del centrodestra siamo rimasti solo noi»

Quello che «vogliamo – ha dunque ribadito Lollobrigida – è una coalizione unita, e facciamo di tutto per raggiungere l’obiettivo. Però nella casa del centrodestra attualmente siamo rimasti solo noi. La coalizione ha senso se è alternativa alla sinistra e ai 5 stelle». «Noi siamo rimasti a presidio del nostro elettorato, sono gli altri che si sono spostati dalla parte sbagliata», ha proseguito, ricordando che «domani andremo in aula con la mozione contro la Bolkestein: ci opporremo con tutte forze al tentativo di distruggere la piccola e media impresa. Tutti i partiti di centrodestra hanno preso impegni con le aziende coinvolte: in Parlamento Lega e Forza Italia rispetteranno queste promesse, o ancora una volta voteranno insieme con la sinistra? Se vogliamo ricostruire la coalizione, questa sarà una prova del nove».

«Nessuna alleanza con la sinistra, in nessun caso»

In questo contesto, dunque, per il capogruppo di FdI, «non ha senso nemmeno discutere» di formule come federazione o partito repubblicano. Perché «finché un pezzo di centrodestra è alleato con la sinistra, non sta in piedi nessun discorso di questo tipo, se non per distogliere l’attenzione dal problema centrale: l’area di centrodestra deve essere ricostruita in contrapposizione agli avversari. Occorre sottoscrivere un impegno formale prima delle elezioni: nessuna alleanza con la sinistra, in nessun caso. Firmiamo un contratto con gli italiani sulla base di un mandato: la democrazia funziona così».

Il criterio per decidere la leadership: il voto degli italiani

Quanto alla leadership, «ci deve essere un criterio per deciderla». «FdI ha accettato la regola base: chi prende più voti fa il leader della coalizione. La pensavamo così quando eravamo al 4%: continuiamo a difendere quel criterio anche oggi», ha chiarito Lollobrigida, sottolineando che «i sondaggi ci danno come il primo partito di centrodestra, ma aspettiamo il voto degli italiani». «I numeri sono quelli che escono dalle urne» e «se Giorgia Meloni sarà la leader del primo partito, ci assumeremo la responsabilità della guida della coalizione».

Da Draghi un’affermazione «ovvia»

Infine un passaggio sulle affermazioni di Mario Draghi rispetto al suo futuro in politica. «L’affermazione del presidente del Consiglio mi sembra ovvia. Non è stato chiamato a fare un partito. Al momento al centro mi sembra ci siano più movimenti che voti. Non credo, o almeno spero, che Draghi si presti a operazioni tese più a salvare una poltrona che una nazione. Del resto sarebbe paradossale che chi non lo ha voluto presidente della Repubblica provi ora a usarlo come scialuppa. Comunque sia – ha chiarito Lollobrigidanon ci riguarda direttamente».

 

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