Settanta franchi tiratori pronti al “delitto perfetto” di Conte: impazzisce il pallottoliere M5S sul Colle
Il M5s si sta polverizzando. Settanta parlamentari pronti a votare per il Quirinale fuori dalla linea di Conte, che – paradosso- nessuno sa quale sia. Dalla Palombelli a Stasera Italia è scattata l’ilarità appena si è parlato delle “strategie” del Movimento, con un Mughini che ha dato il meglio di sé. Del resto tutti i retroscena da giorni non fanno altro che contare chi è pronto a “sfiduciare” la leadership di Giuseppe Conte. E i ribelli non fanno che aumentare di giorni in giorno. Dopo l’assemblea congiunta dei parlamentari con il capo, è tangibile la “schizofrenia” delle informazioni che sono filtrate dai vari incontri dei Cinque Stelle. Della serie: di mattina – dopo un vertice tra il leader, i capigruppo e i vicepresidenti – fonti pentastellate sottolineavano preoccupazione per la «solidità dei gruppi»; a tarda sera alla fine della riunione su Zoom, il Movimento ostentava “un ecumenismo di facciata, precisando come la maggioranza degli eletti avesse affidato a Conte «pieno mandato» per trattare sul Quirinale”.
Conte, aumenta tra i grillini chi vuole compiere un “delitto perfetto” del capo
In realtà “C’è di mezzo la richiesta di alcuni eletti, reiterata, di far partecipare i capigruppo a tutti gli incontri in vista del voto per il Colle. Una babele, dietro le veline su un M5s compatto che concede carta bianca al suo presidente”. Il retroscena del Giornale descrive a chiare note che si tratta di uno “scenario ideale per compiere il «delitto perfetto» nel segreto dell’urna quirinalizia ai danni di un capo mai sbocciato”. Non a caso, da giorni deputati e senatori grillini hanno il pallottoliere in mano per fare i conti dei possibili franchi tiratori. E’ la fatidica quarta votazione la mannaia che incombe su Conte, se si arrivasse a quell’l’accordo ampio auspicato dai giallorossi.
Conte e le “truppe” di Di Maio
Conte non appare in grado di controllare i gruppi , molti sono pronti a pugnalarlo. Per loro abbondano le dfinizioni: cani sciolti, battitori liberi. Il loro denomiantore comune è fare il cntrario di quello che dice Conte. “Nel gruppone stellato c’è chi continua a parlare di trenta partenti pronti a votare chiunque, purché non in linea con le indicazioni di partito”. Sappiamo che molti sono pronti a votare Berlusconi in dissenso da un capo che non hanno mai riconosciuto come tale. Ma sono molti di più. “Tra i 233 parlamentari del M5s abbondano i cosiddetti «cani sciolti», in particolare al Senato. Una ventina di battitori liberi che non seguirebbero le indicazioni di nessuna corrente”. E già il pallottoliere impazzisce. Senza contare “le truppe” di Di Maio, che giorno dopo giorno sono date in costante aumento. I contiani sono disperati e “riflettono sul silenzio in assemblea degli esponenti ritenuti più vicini all’ex capo politico e ministro degli Esteri . “Chi tiene il conto delle possibili fughe arriva a ipotizzare anche una settantina di franchi tiratori.
Spadafora: “Se Conti vuole Draghi, non reggiamo”
Quel che rimane di una compattezza di facciata è l’ostilità alla candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale. Ma in trenta grillini sono pronti a votarlo. E’ stato uno dei primi leader ad esprimersi dopo il vertice del centrodestra a Villa Grande: «Silvio Berlusconi alla Presidenza della Repubblica è per noi un’opzione irricevibile e improponibile». Ma il clima di sospetti è tangibile: molti sono i parlamentari che pensano che Conte voglia sfruttare l’occasione di spedire Mario Draghi al Colle per ottenere una poltrona di governo. Un sospetto che molti prendono sul serio nel M5S. Come l’ex ministro Vincenzo Spadafora: «Se Conte torna col nome di Draghi il M5s non regge». Siamo alla vigilia di una deflagrazione.