Scuola, presidi in rivolta: in trincea con dad, ffp2 non consegnate, contagi. E ci danno pure addosso

19 Gen 2022 14:15 - di Prisca Righetti
scuola dad

Scuola, i presidi sul piede di guerra. Dopo il pressing andato a vuoto per ritardare il rientro in classe dopo la pausa natalizia. Con i disguidi e le polemiche che hanno accompagnato la gestione della riapertura ai limiti dell’impossibile. Tra mascherine mancanti e carico delle famiglie. Intere aule in dad e, per chi è in presenza, al gelo. Nel fuoco incrociato di provvedimenti criptici, o quando minimamenti decifrabili, di fatto difficilmente attuabili. E sos lanciati a suon di dichiarazioni e accuse di ritorno arrivate dai media, oggi i dirigenti scolastici sono indignati. Allibiti. Scandalizzati. E nel puntualizzare il dovuto, rilanciano su criticità e richieste.

Scuola, dad e mascherine: i presidi sul piede di guerra

E allora: «Ancora nessuna novità sulle mascherine ffp2: non è cambiato nulla. Silenzio sulla nostra richiesta di distribuzione gratuita a studenti e professori, fatta quando abbiamo anche domandato la posticipazione del rientro in presenza», dichiara all’Adnkronos il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. Che poi, in calce aggiunge: «Alcuni dirigenti mi hanno tra l’altro riferito che non sono ancora state consegnate neanche le ffp2 garantite dal Governo, che andavano richieste entro il 4 gennaio al Ministero. I presidi possono supplire temporaneamente comprandole con i fondi a loro disposizione. Ma andare avanti per mesi è altra questione».

Giannelli (presidi): «Dire che siamo inerti è indegno e scandaloso»

Specie se, rimarca tra le righe Giannelli, al danno si unisce la beffa. In particolare, quella che i dirigenti scolastici hanno ravvisato, tra indignazione e sgomento, nelle notizie stampa. Quelle diffuse 24 ore fa con titoli che facevano riferimento ad una presunta «inerzia dei presidi» nel «ritardare la dad» coi positivi tra i banchi. Notizie e commenti, a proposito dei quali Giannelli tuona: «Scrivere che siamo inerti e che ritardiamo la dad con i positivi in classe è indegno. Indecoroso ed irrispettoso del lavoro dei dirigenti che stanno operando senza badare ad orario da inizio pandemia. E che fanno di tutto per far sì che gli studenti frequentino in presenza». Chiosando: «Un’accusa così generica è scandalosa ed offensiva nei confronti di una categoria che lavora per la scuola in sicurezza. Non badando all’orologio ed al weekend. Un titolo del genere è scandaloso».

Costarelli (presidi Lazio): «Se le scuole sono aperte è perché lavoriamo 18 ore su 24»

Un grido di allarme e un commento indignato arrivano anche dalla presidente dell’Associazione nazionale presidi, Cristina Costarelli. La quale, facendo eco alle parole del collega, asserisce risentita a sua volta: «Siamo allibiti. Accusarci di inerzia e di ritardare la dad con i positivi in classe è falso. Quando, al contrario, se le scuole stanno aperte dal 10 gennaio è perché i presidi lavorano 18 ore su 24. Ed ingiustamente aggressivo. Ci danneggia enormemente». Quindi, sempre affidando all’Adnkronos sfogo e amarezza, la Costarelli aggiunge sulla scia di Giannelli: «Ieri ho chiuso il computer all’una di notte. E stamattina avevo alle sette email da smistare. Questo è ciò che fanno i presidi: senza né sabati. Né domeniche. Se le scuole sono aperte è grazie al loro impegno, senza il quale il meccanismo si sarebbe inceppato il secondo giorno».

Scuola, dad, mascherine e contagi: «Mancano docenti, supplenti, ffp2: siamo scoperti»

Come darle torto? Del resto, la situazione è a dir problematica. Solo nel Lazio, tanto per fare un esempio, secondo le stime dell’Associazione nazionale presidi, ci si ritrova con «dieci-dodici professori assenti al giorno per scuola. Con un risultato di circa in media un’ora di buco quotidiano per classe». Una stima informale, quella dei presidi della Regione, che denunciano – di nuovo – «l’enorme difficoltà a trovare supplenti. Abbiamo docenti di potenziamento interno, ma non sono sufficienti neanche quelli perché le assenze sono numerose ed improvvise. Così restiamo scoperti», riferisce sul punto la presidente Cristina Costarelli, che dirige il liceo Newton a Roma.

E intanto, tra contagi e quarantene, «le classi stanno andando in dad»

E ancora. Malgrado sembri «più o meno stabile il numero degli studenti positivi», sta succedendo che «le classi stanno andando in dad –rimarca la Preside –. Mentre il 10 gennaio le positività erano legate al Natale, adesso lo sono rispetto ai ragazzi che hanno iniziato a frequentare. E che generano classi a distanza e varie situazioni di didattica mista: cioè ddi. Notiamo un aumento delle classi in dad. Ne stimiamo circa 2-3 per scuola. Possiamo dire che si stimano nel Lazio tra 2.000 e 2.500 classi in didattica a distanza. Ossia: con tutti gli studenti collegati da casa. E circa il 60% delle classi della Regione è in didattica mista. Dunque, più o meno 34.000 classi fanno lezione con gruppi di studenti collegati on line e altri in classe in presenza. Con, approssimativamente, l’l’80% della didattica mista in sorveglianza, equivalente a circa 15.000 classi», per le quali è obbligatorio l’uso di mascherine ffp2.

Scuola, attacco al governo: «Ffp2 comprate da famiglie perché non abbiamo nessun aiuto»

E anche qui si torna sul punto. Chi fornisce le mascherine ffp2 ai ragazzi delle 15.000 classi in sorveglianza? «Devono procurarsele da soli – risponde la Dirigente –. Al Newton oggi ho 7 classi in sorveglianza, dunque circa 200 studenti che devono comprarle e indossarle in classe. Le scuole non possono acquistarle: non abbiamo nessun aiuto, né da parte della struttura commissariale, né abbastanza fondi a disposizione per sopperire a numeri del genere: in media 300-400 mascherine al giorno. Al momento quindi le stanno comprando le famiglie. Io non posso fare altrimenti che chiederle»…

 

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