Quirinale, vigilia di vertice per il centrodestra. Ma domani si parlerà anche di legge elettorale

13 Gen 2022 21:11 - di Redazione
Quirinale

Il centrodestra alla vigilia di un vertice fondamentale, forse – azzardiamo – il più importante della sua quasi trentennale storia. Non fosse altro perché per la prima volta detiene la maggioranza relativa dei Grandi elettori del Quirinale. E poi perché ad aspirare a scalarlo è il suo fondatore, Silvio Berlusconi. Ma sarà davvero decisivo in tal senso? Difficile dirlo: siamo ancora nella fase degli scacchi e non già del poker. La qual cosa impone di privilegiare la cautela al rilancio.

Meloni, Berlusconi e Salvini a consulto sul Quirinale

Difficile che domani stesso Berlusconi rompa gli indugi. Questa, almeno, è la previsione di Lorenzo Cesa, tra i più assidui nelle telefonate del Cavaliere. «Il vertice – assicura il leader centrista – servirà a capire come allargare il campo, ovvero come proporre la candidatura di Berlusconi al Colle al di fuori del perimetro del centrodestra». Strategia da scacchiera, appunto. Certo, il diretto interessato ci crede e ci spera. Sa che la maggiore aspirazione dei parlamentari è quella di rinviare di un anno l’appuntamento con le urne.

Sgarbi mette in guardia dal fuoco amico

Lunga vita al governo Draghi, dunque. È il motivo per cui – spiega Vittorio Sgarbi – Berlusconi non si sente in rivalità con il premier. Piuttosto, avverte il critico d’arte, bisognerà guardarsi dal “fuoco amico“. È quasi fisiologico in ogni elezione per il Quirinale, ma è anche vero che esistono molti antidoti per neutralizzarne gli effetti. E per rendere riconoscibile (in questo caso si può) il voto “segreto“. Giorni fa Clemente Mastella ne ha consigliato qualcuno. Gli alleati hanno garantito lealtà. Ma vogliono legittimamente vederci chiaro, e capire se fuori dalla coalizione esistono davvero i voti per scalare il Colle. In mancanza dovrà decollare un “piano B“.

I consigli di Gianni Letta

Nell’inner circle forzista, molti (leggi Gianni Letta) avrebbero consigliato a Berlusconi di dare la sua disponibilità solo dopo aver innanzitutto verificato l’unità della coalizione attorno al suo nome. Il serbatoio cui attingere è quello del gruppo Misto. Sgarbi, che in questi giorni telefona per conto del Cavaliere, ha contato 10 new entry che andrebbero a compensare i «12 del centrodestra che non voteranno mai Berlusconi». Il vertice di domani, dunque, sarà interlocutorio. Ma non si parlerà solo di Quirinale. Girano troppe voci sulla legge elettorale. E troppi, anche in Forza Italia, non fanno mistero di volerne di impianto proporzionale. Soluzione, questa, che però non garba minimamente a Giorgia Meloni. La partita, insomma, deve ancora entrare nel vivo.

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