Quirinale, Draghi pronto a rinunciare. Ora Pd e 5Stelle rischiano di sprofondare nel caos

10 Gen 2022 8:52 - di Michele Pezza
Draghi

Occhi puntati sulla conferenza stampa di Draghi. Il premier parlerà alle 18 per illustrare il suo “piano B” contro il Covid, pronto a scattare nel caso le misure adottate dal Cdm di qualche giorno fa risultassero fiacche contro la variante Omicron. In tal senso, c’è chi anticipa che possa estendere anche ai quarantenni l’obbligo vaccinale oggi previsto per i 50enni. Ma la polpa dell’appuntamento con la stampa potrebbe essere tutta politica. A dar retta al Giornale, che cita come fonte una telefonata tra Draghi e Matteo Renzi, non è escluso che Draghi tiri fuori anche una clamorosa novità sul fronte del Quirinale annunciando il proprio ritiro dalla corsa.

Draghi potrebbe annunciarlo oggi pomeriggio

Trovasse conferma oggi pomeriggio, lo scoop del quotidiano diretto da Augusto Minzolini finirebbe per mischiare tutte le carte fin qui calate sul tavolo della partita per il Colle. A cominciare da quelle in mano alla sinistra, per la prima volta costretta a giocare di rimessa non avendo dalla sua la maggioranza relativa dei Grandi elettori. Non è un caso che a spendere il nome di Draghi sia soprattutto Enrico Letta. Ma più che una proposta del Pd – già spaccato tra fautori del Mattarella bis e sostenitori di Giuliano Amato – sembra la carta della disperazione.

Letta e Conte non controllano i propri gruppi

Letta, infatti, in mano non ha niente: né i numeri né uno schieramento in grado di fare massa critica nei confronti del centrodestra. L’alleato 5Stelle è sempre più “nave senza nocchiero in gran tempesta“. Giuseppe Conte, infatti, non controlla i gruppi parlamentari e per questo si è rifugiato dietro il paravento del «presidente donna» mentre i suoi sono disposti alla qualunque pur di rinviare il fatale ritorno alle urne.Sul fronte opposto, è di tutta evidenza che l’eventuale rinuncia di Draghi aumenterebbe di molto le chances di elezione di Silvio Berlusconi. Un centrodestra compatto e capace di attrarre sul nome del suo Fondatore consensi trasversali, potrebbe davvero imprimere una svolta vera non solo al residuo anno di legislatura, ma all’intero sistema politico italiano per gli anni a venire.

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