Licata, nessuna lite: l’assassino era andato per fare una strage. Il ricordo della classe di Alessia
Dolore e sconcerto il giorno dopo la tragedia familiare che ha sconvolto Licata, nell’agrigentino. Con il suo straziante bilancio di vittime. Cinque persone hanno perso la vita, quattro uccise dalla furia di Angelo Tardino. Che, dopo aver ammazzato il fratello, la cognata e i due nipoti, si è suicidato sparandosi alla testa. Sono in corso all’obitorio dell’ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento le autopsie sulle vittime, che, secondo quanto preannunciato dai medici legali, proseguiranno nei prossimi giorni.
Strage di Licata, il killer aveva ‘solo’ due armi
Intanto dagli investigatori emerge un quadro più chiaro del profilo dell’assassino. Angelo Tardino, il possidente di 48 anni di Licata, aveva “solo” due pistole. E non quattro come era stato detto in un primo tempo. Il killer infatti aveva ceduto tempo fa un fucile da caccia e un’altra pistola. Ieri mattina, andando dal fratello, si è portato entrambe le armi per fare fuoco sui suoi familiari. Sedici colpi, tutti quelli in canna, per uccidere il fratello e la cognata e i nipoti, Alessia di 15 anni e Vincenzo di 11 anni. Poi con un revolver, mentre era al telefono con i carabinieri che stavano tentando di convincerlo a costituirsi, si è sparato in testa. Ed è morto qualche ora dopo all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. Gli inquirenti non cercheranno altre armi, come fatto per tutta la giornata di ieri. Anche il fratello aveva in cassaforte una pistola. E una carabina trovata in casa. Entrambe regolarmente denunciate e non utilizzate da Diego Tardino.
L’assassino ha scaricato contro i parenti l’intero revolver
Dalle prime analisi dei medici legali emergono particolari agghiaccianti della dinamica della strage. L’assassino ha sparato al fratello prima a distanza e poi da vicino. Poi è entrato a casa dove ha ucciso la cognata, con almeno quattro proiettili, e poi Alessia, 15 anni, e Vincenzo 11 anni. Che è stato trovato senza vita sotto le coperte. Inoltre sembrerebbe che non ci sia stata una lite ma che Angelo Tardino sia arrivato, poro prima delle sette, con l’intento di uccidere i familiari. Diego non aveva alcun sospetto sulle intenzioni del fratello maggiore e gli ha aperto tranquillamente la porta.
Il ricordo dei compagni di classe di Alessia
Sconvolti per la notizia i compagni di classe di Alessia, uccisa ieri mattina a 15 anni dallo zio, insieme al fratello di 11 e ai genitori. La seconda B del liceo Linares ha voluto onorare la ragazza. Che nell’ultimo tema in classe ha preso 8 e mezzo parlando di Pascoli e della distruzione del nido familiare. Adesso alla professoressa Floriana Costanza vengono i brividi. Il giorno dopo la tragedia, l’insegnante ammette la grande difficoltà di parlare con i ragazzi. Ha disegnato una goccia circondata da onde di mare. “Ho detto che come i confini della singola goccia si dissolvono nel mare, anche Alessia, non presente con noi nella sua forma fisica, rimane comunque con noi. Trasformandosi in qualcosa di diverso. E ho detto che quel qualcosa di altro lo dobbiamo fare sentire ad Alessia”. Ciascuno dei compagni di classe ha ‘depositato’ una parola per rappresentare Alessia. E raccolto foto insieme con la compagna di classe. Tutta la scuola si è mobilitata. Gli studenti sono all’opera per scrivere poesie, riflessioni e ricordi che l’istituto organizzerà e dedicherà ad Alessia.