Terrorismo, Rampelli: “Il buonismo è un cavallo di Troia”. Arrestato un tunisino arrivato su un barcone

2 Dic 2021 19:22 - di Federica Argento
tunisino arrestato

L’arresto del terrorista tunisino, membro di una cellula dell’Isis, da parte della Polizia di Stato di Venezia ha scatenato un dibattito acceso. Si tratta di  un cittadino tunisino, 25 anni,  raggiunto da un mandato di cattura internazionale per “partecipazione ad associazione terroristica e atti di terrorismo”. Ma l’elemento inquietante è che l’ arresto è avvenuto mentre l’uomo si trovava al Centro per il rimpatrio di Gradisca d’Isonzo in provincia di Gorizia. Si impongono  controlli su tutti gli attuali ospiti dei centri italiani. Incalza il Vicepresidente della camera di FdI Fabio Rampelli:

Rampelli, il tunisino arrestato era arrivato in Italia su un barcone

“Il tunisino arrestato  dalle Forze dell’Ordine era arrivato in Italia su un barcone dei finti umanitari; era ospite nel Cpr di Gradisca d’Isonzo sotto falso nome: anche lui andava in ingrossare il business dell’accoglienza. L’umanitarismo italiano è il cavallo di Troia del terrorismo islamico e delle speculazioni migrazioniste che alimentano in sotto diverse forme la tratta degli esseri umani”. L’analisi di Rampelli mette il dito nella piaga di un buonismo pericoloso. Si chiede Rampelli: “Quando si spezzerà questo connubio sarà sempre tropo tardi”.

Terrorismo, tunisino arrestato in un centro per il rimpatrio

E se il ministro dell’Interno Lamorgese canta vittoria per questa azione di prevenzione, di parere opposto è FdI che con il capogruppo alla Camera Lollobrigida va giù duro: “Sul  tunisino appartenente ad una cellula dell’Isis pendeva un mandato di arresto internazionale. Ciò dimostra il fallimento dei porti aperti e della politica immigrazionista della sinistra- incalza Lollobrigida- . Il controllo dei flussi, per colpa di Luciana Lamorgese, è di fatto inesistente. Un ministro dell’Interno che si gira dall’altra parte di fronte al pericolo legato all’immigrazione clandestina, come testimoniato dai fatti di oggi, non deve restare un minuto di più al Viminale: si dimetta”. Una richiesta che FdI avanza da tempo.

Lollobrigida: “Il fallimento dei porti aperti. Lamorgese si dimetta”

Sulla scia di FdI è l’assessore alla Sicurezza del Friuli Venezia Giulia Pierpaolo Roberti, che mette il dito in un’altra piaga, i meccanismi di rimpatrio: “Quanto avvenuto deve fungere da invito per il Governo a riflettere sull’aumento dei giorni di permanenza nei centri per il rimpatrio;  riportandoli a quanto originariamente previsto dai decreti sicurezza Salvini”.  Serve inoltre un potenziamento dell’organico degli Ufficio del Giudice di pace per gestire i ricorsi presentati contro i rimpatri. Ed evitare che questi possano essere bloccati a causa del superamento dei tempi di decorrenza dei provvedimenti previsti dalla legge”.

 

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