La lira turca è in caduta libera sui mercati, ma Erdogan insiste: “L’Islam mi impone di abbassare i tassi”

20 Dic 2021 19:02 - di Laura Ferrari
Erdogan, lira turca

La crisi della lira turca pare inarrestabile e oggi la moneta nazionale ha toccato un nuovo record al ribasso rispetto all’euro e al dollaro perdendo dalla mattinata oltre il 7% del proprio valore. Una crisi che è figlia della politica economica voluta dal presidente Recep Tayyip Erdogan. «Cosa succede? Stiamo abbassando i tassi d’interesse. Non aspettatevi altro da me. Da musulmano continuerò a fare quello che è richiesto dal decreto divino». Il presidente si riferisce alla dottrina islamica che vieta l’applicazione di alti tassi di interesse e l’usura (riba) come forma di credito.

Quando la svalutazione ha superato il 5%, la Borsa di Istanbul ha sospeso momentaneamente le negoziazioni come aveva già fatto la scorsa settimana per tentare di limitare i danni provocati dal crollo della moneta turca. Il presidente Recep Tayyip Erdogan, difende quindi strenuamente l’idea di tenere bassi i tassi e ha respinto le critiche della maggiore associazione di industriali in Turchia Tusiad che aveva lanciato un appello affinché i tassi venissero alzati.

Erdogan: “In quanto musulmano devo tenere bassi i tassi”

«I nostri cittadini non saranno schiacciati dai tassi di interesse». Così Erdogan menzionando una «guerra di indipendenza economica» e promettendo di abbassare l’inflazione che si attesta sul 21,3% su base annua anche se i dati ufficiali sono contestati dall’opposizione secondo cui l’aumento dei prezzi sarebbe più alto. Tuttavia, ha ribadito Erdogan: «In quanto musulmano continuerò a fare ciò che è necessario come richiesto dal decreto divino (Nass)».

Lira turca, oggi nuovo record negativo

Il record negativo di oggi segue una tendenza al ribasso che si è aggravata da settembre parallelamente a regolari tagli al proprio tasso di interesse di riferimento decisi dalla Banca centrale in linea con la visione economica del presidente Recep Tayyip Erdogan.

Negli ultimi dieci anni, la lira turca ha perso circa il 75% del proprio valore rispetto al dollaro, di cui il 45% nel 2021, mentre il solo 15% il 19 novembre scorso. Tutto ciò ha causato un vertiginoso aumento dei prezzi per molti beni di prima necessità. Proprio quando il salario minimo in Turchia, un tempo pari a 556 dollari, è sceso ad appena 255 dollari.

Una strategia che aveva visto la netta opposizione del ministro delle Finanze, Lufti Elvan, che il 2 dicembre scorso è stato costretto alle dimissioni.

 

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