Zaia non si schiera: «Niente correnti. Il dibattito interno è legittimo ma poi serve la sintesi»

5 Nov 2021 15:03 - di Redazione

Matteo Salvini tira un respiro di sollievo dopo il consiglio federale di ieri. Più che una pace, però,  quella con Giorgetti sembra una tregua armata. Difficilmente Giancarlo Giorgetti mollerà la presa per portare il Carroccio verso lidi più moderati e abbandonare la bandiera euroscettica. Si è scusato con il leader e tanto basta a Salvini per continuare la navigazione. Ma il dibattito sul posizionamento in Europa dopo il pressing del  ministro leghista è appena iniziato. A spegnere le scintille arriva Luca Zaia che tenta di ricondurre le liti a una sana dialettica interna. E avverte chi è tentato da fughe in avanti come Giorgetti.

Zaia: siamo un grande partito, sì al dibattito ma poi sintesi

“Siamo un grande partito. La Lega non è nata per avere correnti,. E lo dico io che vengo sempre accusato di essere un bastian contrario. Un partito come il nostro, che sia maggioranza o opposizione, rappresenta comunque uno stile di governo. La Lega ha una graniticità unica. Se fossimo un partito che fa le riunioni nelle cabine telefoniche capirei. Ma siamo un grande partito con 800 sindaci e governatori. È giusto che ci sia un dibattito, ma poi ci dev’essere una sintesi”. Così il governatore del Veneto a margine del suo intervento a Verona, durante la “Fieracavalli”. Zaia non si schiera. Evita la mischia fratricida tanto che qualcuno ipotizza che il pragmatico presidente del Veneto stia lavorando a una terza via.

Carfagna: l’euroscetticismo incompatibile con il governo

Da Forza Italia, neanche a dirlo,  il tifo è tutto per Giorgetti. “Volete farmi sempre litigare con Salvini…”. Così, ironicamente, Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione territoriale, intervenuta a “Casa Corriere” a Napoli, ha commentato il dibattito interno alla Lega.  “Si possono avere legittimamente idee diverse – spiega la ministra azzurra – e io penso che l’euroscetticismo sia un lusso che chi oggi guida un Paese come l’Italia non può permettersi. La pandemia ha stravolto le nostre vite, ha cambiato moltissimo la politica italiana ma, soprattutto, ha segnato un nuovo inizio per l’Europa e per l’Italia. C’è il Next Generation Eu che dà la quota più rilevante all’Italia. Quindi pensare che chi si candida a governare questo Paese possa avere simpatie euroscettiche e per partiti euroscettici è un lusso e un azzardo che non ci possiamo permettere. Un conto è fare una campagna elettorale da partito di opposizione. Un conto è farla da partito di governo che si candida a governare il nostro Paese nel 2023 o prima se si dovesse andare al voto prima”.

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