Zaia: io, bullizzato da piccolo, ho pianto per il Covid. Anche il governatore ha scritto un libro

18 Nov 2021 9:09 - di Redazione
Zaia

Luca Zaia ha scritto anche lui un libro. Il titolo è Ragioniamoci sopra (Marsilio) e riprende l’intercalare di Crozza-Zaia. Un’imitazione di successo. Oggi, in un’intervista al Corriere di Candida Morvillo, il governatore veneto si dice contrario al lockdown per i soli vaccinati e spiega che il suo libro è una riflessione sulla pandemia.

“Quelli sono stati mesi duri. Infatti, il sottotitolo è “dalla pandemia all’autonomia”, nasce da riflessioni partite allora sul Covid e sulle sue ricadute”. E c’è anche una parte biografica “perché, nei momenti drammatici, l’essere umano pensa a chi è, da dove viene. Noi amministratori siamo identificati come persone fredde. Non è così”. E rivela di avere pianto. Lei ha mai pianto in pandemia? “All’inizio, è stato tragico perché avevamo tutti paura di morire. Nessuno aveva le istruzioni per l’uso. Quel 21 febbraio 2020, quando mi hanno detto del primo caso di Covid a Vo’ Euganeo, mi sono sentito come se entrassi in guerra. Era il momento di assumersi le responsabilità e io ho preso subito decisioni impopolari. Ma lì ti sostiene l’adrenalina. È come mi diceva mio nonno che ha fatto la guerra: il trauma lo avverti quando ci ripensi a mente fredda”.

E racconta di essere stato un bimbo con problemi a socializzare con i coetanei. “Io parlo italiano, penso in Veneto. Ero un bimbo che stava sempre fra gli adulti. Forse per questo avevo qualche problema coi coetanei, sono stato anche bullizzato. Ero l’oggetto di scherno, pieno di lentiggini. Venivo pure pestato. Le prendevo e non reagivo. Non sono mai stato un eroe di prestanza fisica. Da bambino, mi è pesato. Non frequentavo tanti coetanei”. Ultima annotazione: nel libro Matteo Salvini non c’è. Non se ne parla. Un segnale? “Non ho citato contemporanei. Le ho detto che non è un libro politico”.

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