Rampelli: «Che fine ha fatto il ddl concorrenza? Il governo non fugga dal confronto con tassisti e Ncc» (video)
“Non ci consegneremo alle multinazionali”. Così Fabio Rampelli nel suo intervento alla Camera sul disegno di legge concorrenza all’indomani dello sciopero nazionale dei taxi e degli Ncc. “Con decine e decine di migliaia di auto che hanno manifestato”, dice il vicepresidente della Camera, sottolineando la straordinaria portata della mobilitazione. “È scandaloso che di fronte a uno sciopero nazionale dei tassisti e degli Ncc che ha visto dopo decenni tutte le sigle sindacali manifestare unitariamente, il governo non si sia ieri degnato di incontrare una delegazione dei manifestanti”.
Ddl concorrenza, Rampelli: così le multinazionali metteranno le mani sul trasporto
“Ho chiesto la parola per avere segnali di vita sulla sorte del ddl concorrenza”, dice l’esponente di Fratelli d’Italia. “In particolare dell’articolo 8. Del quale non si sa più nulla. Tranne che il Consiglio dei ministri lo avrebbe licenziato. Ma non è mai arrivato al Quirinale né alle Camere”. Il 4 novembre il Consiglio dei ministri, infatti, ha licenziato il ddl Concorrenza. Ma il disegno di legge si è perso. “Condividiamo le preoccupazioni della categoria”, prosegue Rampelli denunciando l’assalto a liberalizzare un settore che funziona da solo. Sotto i riflettori la minaccia di una riforma che “consentirà direttamente alle multinazionali di impossessarsi del trasporto pubblico non di linea. Attraverso piattaforme tecnologiche di società multinazionali, facendo di tassisti e Ncc lavoratori subordinati e precari”
“Il governo convochi tassisti e Ncc. O si vergogna?”
“Abbiamo appreso – incalza il vicepresidente della Camera – che dal ddl concorrenza è stata stralciata la posizione dei notai. Chiediamo che venga stralciato anche l’articolo 8 che riguarda tassisti e Ncc. E che spiana la strada a società che fanno finanza e non economia. Speculazione e non lavoro. Spesso con capitali abnormi e sede legale all’estero. Condizioni perfette per vedere allignare il tarlo della concorrenza sleale. Una cosa è certa: il governo ha l’obbligo morale e la responsabilità politica di affrontare i tassisti, senza nascondersi, probabilmente per la vergogna“.