No green pass a Milano, aggressioni ai giornalisti: quattro indagati per violenza privata aggravata

12 Nov 2021 11:16 - di Redazione
No green pass

Cortei “no green pass” di Milano: scattano le perquisizioni dopo l’aggressione di alcuni giornalisti. I Carabinieri del Nucleo Informativo del Comando Provinciale di Milano hanno dato esecuzione a quattro decreti di perquisizione. I provvedimenti sono stati emessi dalla Sezione Distrettuale Antiterrorismo della Procura di Milano, coordinata dal capo della sezione distrettuale antiterrorismo della Procura di Milano Alberto Nobili, nei confronti di altrettante persone appartenenti al movimento “No green pass”. Come riporta l’Adnkronos, sono indagati per aver posto in essere, nel corso delle consuete manifestazioni milanesi del sabato, “atteggiamenti prevaricatori nei confronti di alcuni giornalisti, tanto da impedire l’esercizio del diritto-dovere di cronaca”.

Manifestazioni “no green pass” a Milano

Ai quattro viene contestato il reato di “violenza privata aggravata“, commessa nel corso di manifestazioni in luogo pubblico. Le manifestazioni in cui sono verificate le aggressioni sono quelle del 16, 23 e 30 ottobre nei confronti di un giornalista del Tg5 e quella del 6 novembre nei confronti di un giornalista dell’Ansa.

Green pass, sequestrati 79 certificati falsi

Ieri, intanto, nel corso di un’altra indagine è stato arrestato un medico di base. Avrebbe conservato a temperatura ambiente 13 flaconi di vaccini Pfizer, rendendoli così inutilizzabili, e quindi prodotto falsi green pass per i suoi pazienti. È questa l’ipotesi accusatoria nei confronti di un medico di medicina generale convenzionato con l’Ausl Romagna, che è stato arrestato dalla polizia a Ravenna con le accuse di peculato, falso ideologico e corruzione. Ben 79 i green pass falsi sequestrati.

Le certificazioni anti-Covid

Secondo quanto ricostruito attraverso le indagini, coordinate dalla Procura di Ravenna, il sanitario, in qualità di medico vaccinatore, avrebbe ritirato, nei primi giorni di ottobre, 15 flaconi di vaccino Pfizer-Biontech (per corrispondenti 90 dosi circa) del Ssn. Tredici flaconi sono stati conservati a temperatura ambiente e quindi resi non utilizzabili. Nel frattempo avrebbe emesso certificati verdi falsi. Inoltre, utilizzando l’applicativo SoleWeb, avrebbe inserito false certificazioni anti-Covid, aggiornando i relativi certificati vaccinali e inducendo in tal modo in errore il ministero della Salute che, sulla base di detta certificazione, rilasciava green pass ideologicamente falsi.

L’indagine

L’indagine era stata avviata dalla procura di Belluno che aveva accertato come un residente, fermamente contrario alla vaccinazione Covid-19, aveva portato la figlia minorenne a Ravenna per sottoporla nello studio medico dell’indagato a una vaccinazione simulata al solo fine di farle ottenere il green pass, ma senza realmente sottoporla ai necessari trattamenti clinici. La ragazza, poi sottoposta a esami clinici disposti dal pm, non aveva sviluppato alcuna protezione anticorpale mentre risultava inserita come vaccinata con prima dose nel sistema informatico sanitario della regione di residenza.

 

 

 

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