Mistero buffone: Orlando «benemerito» della Polonia anti-migranti e parte civile in Open Arms
Mentre Varsavia incenerisce sotto le polemiche lanciate dagli europeisti a tutto tondo e dai cultori del politically correct, tomo tomo cacchio cacchio il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, aggiunge al proprio palmares il Bene Merito, attestato conferitogli dal ministro degli Esteri della Polonia. A consegnarglielo, nella stupenda cornice di Villa Niscemi, l’ambasciatrice Anna Maria Anders. La notizia non meriterebbe tanto spazio se non fosse che solo poco tempo fa Jair Bolsonaro, il presidente del Brasile, ha dovuto letteralmente faticare per ricevere la cittadinanza onoraria di Anguillara Veneta, cittadina d’origine della sua famiglia. I soliti sinceri democratici dei centri sociali, spalleggiati dalla sinistra ufficiale, volevano impedirglielo.
Leoluca Orlando insignito dal governo di Varsavia
Il motivo? Bolsonaro passa per sovranista e quindi è colpevole per definizione. Come fu Trump a suo tempo negli States. E come accade oggi per Mateusz Morawiecki il premier polacco, capo di un governo molto geloso delle prerogative dello Stato nazionale. Soprattutto in materia di migranti. Chissà se Leoluca Orlando, parte civile contro Salvini al processo Open Arms, lo sa. Certo che sì. È di queste ore l’idea di innalzare un muro al confine con la Bielorussia per sottrarsi ai ricatti del dittatore Lucashenko. Analoga soluzione avevano invocato nei giorni scorsi il capogruppo del Ppe all’Europarlamento Manfred Weber e il cancelliere austriaco Alexander Schallenberg. Ma a loro nessuno ha obiettato alcunché. Ai polacchi, invece…
Polemiche contro il muro al confine con la Bielorussia
«I leader europei sono ancora in tempo: fermino l’ideologia sovranista polacca o saranno corresponsabili di questo muro, vergogna d’Europa», ha tuonato la grillina Laura Ferrara. Il suo movimento è lo stesso che ha steso tappeti rossi davanti al dittatore cinese Xi Jinping. «La risposta non può essere quella di erigere muri», le ha fatto eco dai microfoni di Radio anch’io il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova. L’ultima mazzata alla Polonia gliel’ha sferrata la Corte di Giustizia dell’Ue, sancendo la «non conformità» della riforma della giustizia varata dal governo di Morawiecki «al diritto dell’Unione». Bene. Non resta ora che attendere una vibrata e democratica protesta a Palermo. E un bel tapiro a Leoluca Orlando, benemerito del governo del muro anti-migranti. Con Zaia al posto del sindaco sarebbe certamente finita così.