Manovra, stallo sulla nomina del relatore. Il dem Marcucci: «M5S arrogante, ostacola l’alleanza»

22 Nov 2021 20:58 - di Redazione
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Il tempo sta per scadere, ma ancora non c’è pace tra Pd e M5S sulla nomina dei relatori sulla manovra finanziaria. Domani sera termina il ciclo di audizioni in commissione Bilancio del Senato. Una volta sentito il ministro dell’Economia, Daniele Franco, il presidente Daniele Pesco (M5S) deciderà chi dovrà riferire in aula. Il Pd vuole Vasco Errani, gradito anche a Leu. Il M5S ne vuole uno tutto suo – il terzo – oltre a quello del centrodestra di governo. Stando ai boatos del Senato, Pesco starebbe pensando di assumere lui il ruolo di unico relatore. Ma equivarrebbe a dichiarare guerra agli alleati di Pd e Leu.

Domani terminano le audizioni al Senato

«Per noi è fondamentale che il Movimento abbia voce in capitolo. In Parlamento siamo la forza politica di maggioranza relativa e in questa manovra ci sono misure sulle quali la nostra attenzione è particolarmente alta, a partire dal Reddito di cittadinanza e dal Superbonus», avverte la capogruppo grillina  Mariolina Castellone. Toni che una parte di alleati non sembra gradire. Come dimostra la replica del dem Andrea Marcucci è tranchant. «La linea dura dei 5stelle sul relatore della manovra non è un buon viatico per il futuro. Sappia Conte che l’arroganza parlamentare non è un cemento usato per tenere in piedi le alleanze».

La manovra banco di prova per il governo

Più pragmatico Errani: «Entro domani si concludono le audizioni, dopodiché una decisione andrà presa». La nomina del relatore terrà banco nell’assemblea del gruppo in programma domani. Se ne parlerà assieme a quella, ancor più spinosa per i grillini, delle nomine Rai. Ad irritare i parlamentari, la decisione di Conte di boicottare le trasmissioni Rai. La giudicano suicida in piena manovra e alla vigilia della scelta del nuovo capo dello Stato. ma il vero terrore per i grillini è la prospettiva di andare alle urne in anticipo di un anno sulla scadenza naturale. Condizione, quest’ultima, che indebolisce il MoVimento su tutti i fronti, compreso il braccio di ferro con il Pd sulla nomina del relatore della manovra di bilancio.

 

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