Manovra, il governo cambia le carte in tavola. Meloni: «Calpestate le prerogative delle Camere»

10 Nov 2021 18:54 - di Federica Parbuoni
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Il governo sembra aver finalmente trovato una quadra sulla manovra. La nuova bozza, diffusa oggi, presenta 219 articoli, suddivisi in 16 capitoli, a fronte dei 185 con cui, ormai due settimane fa, era entrata in Consiglio dei ministri. La riformulazione deve essere servita all’esecutivo per uscire dallo stallo e trovare una formulazione in grado di mettere d’accordo tutte le forze che lo compongono, a costo però di un gravissimo ritardo nei confronti del Parlamento, che ancora una volta vede compresse le proprie prerogative.

Meloni: «Il governo calpesta i diritti del Parlamento»

«La legge prevede che la manovra di bilancio sia trasmessa alle Camere entro il 20 ottobre. Il 28 ottobre il governo Draghi ha approvato in Cdm un testo di 185 articoli. Sono trascorse due settimane, siamo al 10 novembre, e oggi veniamo a sapere che il testo della manovra è cambiato e che ora conta 219 articoli», ha sottolineato Giorgia Meloni, rimarcando un «piccolo particolare»: «Il Parlamento, che dovrebbe esaminare e approvare la legge più importante dello Stato, non ha ancora ricevuto nulla». «Ma è possibile calpestare in questo modo le regole? Dove sono i cantori della Repubblica parlamentare che si riempiono la bocca con la centralità delle Camere e poi accettano un governo che ne calpesta sistematicamente i diritti?», ha chiesto quindi la leader di FdI, che da giorni denuncia come il governo sia finito «fuori tempo massimo» e si preannunci «una manovra blindata».

Sulla manovra FdI chiede l’intervento di Fico e Casellati

«Come Fratelli d’Italia siamo indignati: pretendiamo rispetto e chiediamo ai presidenti di Camera e Senato, Fico e Casellati, di far sentire forte la loro voce in difesa delle prerogative del Parlamento e dei parlamentari», ha quindi concluso Meloni. Anche il capogruppo al Senato di FdI, Luca Ciriani, spiegando che la sessione di Bilancio, con l’arrivo del testo della manovra in Senato, potrebbe iniziare «al più tardi venerdì mattina, o domani sera», ha ribadito che «abbiamo denunciato un ritardo inammissibile e chiesto alla Casellati e al governo se intendono chiarire quali saranno le regole di ingaggio, se cioè sarà rispettato il ruolo del Parlamento». «Sappiamo tutti che ci sarà una sola lettura e che sarà al Senato. Chiediamo che almeno questa volta – ha concluso Ciriani – si possa discutere la manovra in aula senza fiducia e senza soffocare la discussione».

 

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