M5S, Spadafora “senza riserve” su Conte: «È debole, oscura il dissenso e sulla Rai…»

19 Nov 2021 8:37 - di Eleonora Guerra
spadafora

L’incapacità di stare «a certi tavoli», la «debolezza del leader» che emerge nella polemica con Luigi Di Maio, la volontà di «oscurare chi ha posizioni dialettiche». La questione delle nomine Rai fa deflagrare contraddizioni e faide interne al M5S, che rimbalzano non solo nei retroscena. A venire allo scoperto, con un atto d’accusa molto forte nei confronti di Giuseppe Conte è stato Vincenzo Spadafora, deputato, già sottosegretario prima e ministro poi dei due governi dell’avvocato di Volturara Appula.

La sfida di Spadafora a Conte

Spadafora è tra quelli che hanno dovuto rinunciare «con dispiacere» a una partecipazione tv, dopo l’editto di Conte seguito alla partita persa delle nomine Rai. Intervistato da Repubblica, il potente deputato ha detto che «rispetto l’indicazione», ma di fatto ne ha contestato la sostanza, domandandosi fino a quando durerà e per ottenere cosa. Soprattutto, il deputato sfida Conte dicendo che con lui «vorrei un confronto» in quei «gruppi parlamentari» che per il leader M5S sono un terreno minato.

Nel M5S «la volontà di oscurare il dissenso è evidente»

Per Spadafora, al quale il cronista chiede se sia vero che nell’assemblea con deputati e senatori ha espresso il disagio per essere stato “bacchettato” dopo l’apparizione da Fazio, «è evidente che ci sia la volontà di oscurare chi ha posizioni dialettiche rispetto alla linea ufficiale. Ma resto dell’idea che la forza del M5S sia sempre stata quella di contare su personalità diverse, unite dall’obiettivo di far crescere il Movimento». «Io non contesto l’assetto scelto da Conte, fatto di figure tutte a lui vicine, mi preoccupa però che non ci sia condivisione e chiarezza sulle prospettive e sul progetto politico», ha aggiunto.

Il disastro della partita delle nomine Rai

Di fatto Spadafora accusa Conte di essere stato incapace e goffo nella gestione della questione Rai, rispetto alla quale ha espresso dichiarazioni che sono state «un pessimo boomerang», sia perché «si è ammesso che, se ci avessero accontentati, avremmo accettato» sia perché «si è ammesso di non essere riusciti ad interloquire con l’Ad della Rai, né attraverso il consigliere di amministrazione che Conte ci ha chiesto di votare, né attraverso le persone che Conte ha incaricato per la trattativa». La sintesi è che «a certi tavoli, io dico: o ci si sa stare, o è meglio non sedersi».

Spadafora: «Dare la colpa a Di Maio conferma l’enorme debolezza del leader»

Spadafora, quindi, ha dribblato la risposta sul fatto che il dualismo con Di Maio possa aver avuto un peso nell’esito della partita Rai, sottolineando però che «far ricadere la colpa su Di Maio conferma una enorme debolezza del leader. Che diventa debolezza di tutti». C’entrano le correnti, che si possono identificare almeno in tre: contiani, vicini a Di Maio e grillini? «Il M5S è di tutti, lasciamo stare le correnti», ha detto Spadafora, ammettendo però che rispetto al suo libro Senza Riserve, «Di Maio è stato il primo a scrivermi e a manifestarmi anche pubblicamente la sua condivisione. Ma come tantissimi altri colleghi».

L’ipotesi di una donna alla guida del M5S

«Io sono critico, ma non sono un anticontiano. Noi dobbiamo sostenere il presidente, ma lui dovrebbe ascoltare chi la pensa diversamente. Non è più a Palazzo Chigi, guidare un partito significa coinvolgere, prima di decidere. Chi gli ha consigliato di esautorare Crippa, o gli ha detto che al Senato poteva stare sereno, gli ha fatto un danno», ha proseguito Spadafora, parlando di quello che è accaduto rispetto all’elezione di capigruppo, mentre ha liquidato con un «mai sentita questa voce» la possibilità che dopo l’elezione del presidente della Repubblica il M5S possa cambiare leader, puntando su una donna.

I difficili rapporti con il Pd

Infine, una domanda sui rapporti con il Pd, partendo dal famigerato “patto della lasagna” alla festa di compleanno di Goffredo Bettini che ha provocato una certa fibrillazione nel M5S per la presenza fra gli ospiti anche di Giuseppe Conte. «Io non credo Bettini rappresenti il Pd, e il suo ruolo nel Conte II è stato enfatizzato», ha detto Spadafora, aggiungendo però che «la sensazione della sudditanza la risolviamo solo se lavoriamo sul progetto identitario del M5S, se sapremo essere alternativi e sfidanti dentro un campo più largo».

 

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