La sinistra della Ztl contro i dehors. Che hanno ridato vita a una Roma piegata dalla pandemia

25 Nov 2021 11:30 - di Francesco Severini
tavolini aperto Roma

Vogliono starsene tranquilli nelle loro belle case nei quartieri più chic di Roma. Godendosi da privilegiati i lussi che per loro permangono anche durante la pandemia. Non diversamente è possibile giudicare quanti – intellettuali, registi, giornalisti, docenti universitari – hanno protestato con un appello ai presidenti di I e II Municipio (centro storico e Parioli) contro “tavolino selvaggio”.

Tavolini all’aperto a Roma: intellettuali di sinistra sul piede di guerra

Il promotore è il giornalista Paolo Brogi, ex Corriere della Sera, ma anche ex Lotta Continua, al quale fanno orrore le esigenze dei ristoratori. Invoca regole e decoro dopo avere inneggiato nel Sessantotto alla fantasia al potere. I firmatari considerano il sindaco “roba loro” e si aspettano da Gualtieri un giro di vite sui tavolini all’aperto, che hanno ridato vita a una Roma piegata dal virus. E che hanno anche restituito ossigeno ai ristoratori e ai baristi. Basta allargarsi negli spazi all’aperto. E se proprio non è possibile, che paghino. Musica per le orecchie del Comune con l’assessora preposta, Monica Lucarelli, che già ci sta facendo un pensiero. L’opposto di ciò che chiede Confcommercio Roma, che invoca la trasformazione della norma sull’ampliamento degli spazi aperti da emergenziale a stabile.

Tavolini all’aperto a Roma, da sempre la sinistra guarda con sospetto ai commercianti

Ma in fondo per la sinistra queste categorie sono solo meritevoli di disprezzo sociologico, e ciò fin dai tempi dei registratori di cassa introdotti dall’ex ministro Visentini ai tempi del pentapartito.

Questa sinistra gauche caviar in centro vuole vedere solo strisce blu, varchi per l’ingresso a pagamento, multe e mercatini bio. La cagnara del popolino che si diverte la irrita. I tendoni di plastica che proteggono i tavolini? Che schifo. Le recinzioni in legno? Che orrore. Bisogna chiamare Marina Abramovich per progettare gli spazi ludici all’aperto in modo che siano tollerabili?

Crepet: Roma è diventata una mangiatoia all’aperto

La richiesta di proroga del provvedimento da parte degli operatori economici manda i firmatari dell’appello su tutte le furie. Lo psichiatra Paolo Crepet, che ha firmato la petizione, dice: “Roma si è trasformata in una grandissima mangiatoia e la mancanza di spazio è un danno un diretto all’erario”. I gestori dei locali non meritano indulgenza.  “Hanno passato un’estate dove non hanno registrato nemmeno un posto in piedi, così un autunno pieno, di cosa si lamentano? Al Pantheon c’è un imbarbarimento terrificante, il problema non è solo il numero di tavolini, ma anche gli schiamazzi, i baretti che a Campo dei Fiori impongono musica da discoteca e tutta una serie di fenomeni adiacenti. Vogliamo mettere degli orari di chiusura sì o no? Perché un signore che abita al Centro di Roma non ha diritto a dormire? Da che parte sta il Comune?”.

A Trastevere le associazioni vogliono più controlli

“Noi – spiega Simona Marcellini, presidente del comitato “Emergenza Trastevere” – non vogliamo assolutamente fare una guerra ai ristoratori che in qualche modo garantiscono anche un controllo sul territorio, ma con la deroga sui tavolini in centro e non solo non si riesce più nemmeno a camminare”. Le attuali regole prevedono l’aumento gratuito dell’occupazione di suolo pubblico fino al 50 per cento per i locali del centro e fino al 70 per il resto della città. “A Trastevere – racconta Marcellini – ci sono alcune strade piccole, di circa 3 metri di larghezza, come via San Cosimato o via del Moro, dove il camminamento pedonale e i parcheggi sono stati totalmente occupati dai tavolini in spregio alle regole del Codice della strada che dovrebbero comunque continuare ad essere rispettate, non si riesce più a passare neanche a piedi, è una situazione indecente”.

Tavolini e città: la posizione di Confcommercio

Del tema si è parlato il 23 novembre al Centro congressi di Roma ‘la Nuvola’. Al confronto ‘Tavolini e Città’, con rappresentanti delle istituzioni e del mondo associativo che hanno presentato una ricerca sull’occupazione di suolo pubblico a Roma, ha partecipato anche Sergio Paolantoni, presidente Fipe Confcommercio Roma. C’era anche il presidente Rete Urbana delle Rappresentanze (Rur) Giuseppe Roma, per il quale: “Dove c’è la movida senza tavolini, ci sono le bottiglie di birra per terra. Io vedo la presenza di tavolini all’esterno come presenza di persone e dunque come un vantaggio. Il problema di Roma sono più le macchine che i tavolini. Lo slogan che voglio lanciare è: meglio le persone che le autovetture”.

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