Il Partito comunista cinese incorona Xi Jinping presidente a vita. Dittatura senza limiti di mandato

12 Nov 2021 8:45 - di Redazione

Plebiscito per Xi Jinping che diventa il padrone assoluto del Partito e della Repubblica popolare cinese. Nel conclave rosso il Partito comunista cinese torna a incoronare il presidente, al potere dal 2012,  dandogli pieni poteri. Il suo nuovo status del compagno Xi Jinping supera quello occupato da Mao Zedong e Deng Xiaoping. Evocati nel discorso di apertura del 19esimo Comitato centrale del partito.

Il Partito comunista incorona Xi Jinping presidente a vita

Nella risoluzione storica  sulle “conquiste e l’esperienza storica” del Pcc viene esplicitamente consolidato e rafforzato il potere del presidente Xi Jinping. Che non è più soltanto un primus inter pares. Ma è il nucleo centrale dell’intero partito, garante della riscrittura della nuova storia cinese. Una posizione mai occupata finora nemmeno dai suoi illustri predecessori.  Nel comunicato finale del sesto plenum viene glorificato il contributo ideologico di Xi. Come interprete del “marxismo del ventunesimo secolo”. E “l’essenza della cultura e dello spirito cinesi”.  Xi Jinping, stabilisce il partito, è il principale innovatore del socialismo, Con caratteristiche cinesi. Inteso come sapere collettivo, immanente».

Il presidente cinese è l’essenza dello spirito cinese

“Il pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era è il marxismo cinese contemporaneo. Il marxismo del XXI secolo e l’essenza della cultura e dello spirito cinesi”. Il Partito comunista cinese ribadisce anche la posizione di guida di Xi “nella nuova era del socialismo con caratteristiche cinesi”. Tenendo così “alta la grande bandiera del socialismo con caratteristiche cinesi. Sarà lui a guidare la Cina nella nuova era del socialismo con l’obiettivo di diventare la potenza leader al mondo.

Superato il limite di due mandati

Con un voto plebiscitario il congresso ha garantito al presidente della Repubblica popolare cinese la possibilità di restare in carica a vita. Con 2.958 favorevoli l’assemblea ha abolito il vincolo dei due mandati finora previsto dalla Costituzione. Il leader cinese, 64 anni, ha i poteri per restare a capo del paese anche dopo la scadenza del suo attuale mandato, prevista per il 2023. Per cambiare la parte di costituzione che limitava a due i mandati quinquennali del presidente era necessaria la maggioranza dei due terzi dei votanti. Ampiamente superata.

Una dittatura senza limiti di mandato

Ora Xi Jiping ha l’autorità per ignorare la prassi del partito che lo vorrebbe vedere ritirarsi l’anno prossimo. Al termine del suo secondo mandato di cinque anni come segretario generale. Una decisione che fa del capo del partito comunista il leader cinese più potente degli ultimi decenni. Approvata dopo quattro giorni di lavori a porte chiuse, la dichiarazione è solo la terza del suo genere nei 100 anni di storia del partito. Dopo quella emessa sotto Mao Zedong, che guidò il partito al potere nel 1949. E sotto Deng Xiaoping, che lanciò riforme che trasformarono la Cina in una potenza economica. La modifica alla carta costituzionale del colosso asiatico, proposta il mese scorso da parte del Partito comunista cinese al potere, fa della Repubblica popolare cinese di fatto una dittatura senza limiti di mandato.

La terza risoluzione storica di Pechino

Tre anni fa, Xi fece approvare una legge che eliminava il limite di due mandati per i leader cinese. Al contrario di quanto avevano fatto i suoi predecessori, Xi non ha designato nessun erede politico. E si è premurato di eliminare tutti i possibili rivali emersi nel corso del tempo. Ora, con l’approvazione di una “risoluzione storica” scritta da lui, Xi ha ancora più potere per modellare a suo piacimento l’ideologia della Cina comunista. Amplificare l’importanza degli eventi storici in linea con i suoi obiettivi politici. Cambiare i libri di storia e creare un nuovo modello di indottrinamento e propaganda.

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