Il giallo di Pescara: Roberto Straccia non si suicidò? Spunta (in ritardo) una telefonata tra mafiosi
Non fu un suicidio? Roberto Straccia, il 24enne marchigiano scomparso misteriosamente da Pescara il 14 dicembre 2011 e ritrovato cadavere sul litorale di Bari il 7 gennaio del 2012, forse poteva essere salvato. E forse non si suicidò e non cadde da solo a mare, come da motivazioni dell’archiviazione da parte della Procura, dopo il ritrovamento del suo cadavere, a mare, nelle vicinanze di Bari. E’ spuntata un’intercettazione telefonica tra due donne legate a un collaboratore di giustizia, arrivata solo ora in possesso della famiglia Straccia, nella quale si capirebbe che il giovane studente sia stato scambiato per un’altra persona, prima vittima di un sequestro e poi di un omicidio di mafia. Qualche anno fa, durante un colloquio in carcere, esponenti di un clan mafioso confidarono che il giovane sarebbe stato vittima di uno scambio di persona perché assomigliava a un parente di un boss che viveva a Pescara.
La misteriosa scomparsa di Roberto Straccia mentre correva
L’intercettazione era stata archiviata insieme all’inchiesta e la famiglia, che ne è venuta a conoscenza solo lo scorso luglio è riuscita a ottenerla, dopo aver sporto querela. “La verità viene fuori a puntate, come fosse un film. Un film che deve finire, – ha dichiarato Mario Straccia, il papà del giovane – A gennaio è prevista una nuova udienza a Campobasso, nella speranza di dare una risposta al dolore di una famiglia”.
Il boss che parla in carcere
Eugenio Ferrazzo, membro di un clan calabrese, il 30 dicembre del 2011 incontra la sua compagna nel carcere di Lanciano (Chieti) e subito dopo viene intercettata mentre riferisce telefonicamente alla sorella di Ferrazzo dei timori che quest’ultimo nutre in merito all’incolumità del cognato e del resto della famiglia. Dalle intercettazioni si capisce che potrebbe esserci stato uno scambio di persona con Roberto Straccia, che potrebbe essere stato sequestrato prima di venire ucciso.