Iene positive al Covid: il primo caso al mondo allo zoo di Denver. Ecco perché i mammiferi sono più vulnerabili

6 Nov 2021 20:49 - di Redazione
Iene

Anche le iene si arrendono al Covid. Il caso registrato allo zoo di Denver, dove due esemplari sono risultati positivi al test, è il primo al mondo. La notizia, che il Guardian rilancia in queste ore, è quello di Ngozi, 22 anni, e di Kibo, 23. I due animali hanno finora sviluppato sintomi lievi: tosse, raffreddore e una leggera sonnolenza. Una forma di contagio lieve, quello che ha colpito i due esemplari che vivono in cattività, che fa sperare il personale dello zoo in una veloce e indolore risoluzione del caso. Anche perché i due mammiferi contagiati vantano tra le loro caratteristiche di specie proprio una notevole capacità di resilienza…

Covid, allo zoo di Denver il caso delle prime due iene contagiate al mondo

Lo zoo, insomma, appare fiducioso sulla rapida guarigione dei due animali. «Le iene sono notoriamente animali resistenti e resilienti, conosciuti per la loro tolleranza ad antrace. Rabbia. E cimurro», si legge allora non a caso in un comunicato dello zoo. Una nota in cui si specifica che i due esemplari non avevano altre malattie e che, dunque, dovrebbero riprendersi presto. Il guardino zoologico ha effettuato il test su diversi animali dopo che alcuni leoni erano risultati ammalati. In totale, oltre alle due iene, sono stati contagiati 11 leoni e due tigri. Tutti sono guariti o in via di guarigione.

Sono i mammiferi i più vulnerabili al Covid-19

Non è la prima volta che gli animali si contagiano negli zoo. È già accaduto con leoni e tigri in tutto il mondo. In India sono state prese particolari precauzioni per evitare il contagio anche nelle riserve naturali. Del resto, è ormai noto e confermato dagli studi di mezzo mondo, che il coronavirus non colpisce solo l’essere umano o il pipistrello, ma anche molti altri animali. Anzi, in particolare, in base alle prove scientifiche finora raccolte, i più vulnerabili al Covid-19 sembrano essere proprio i mammiferi, ma anche visoni, scimmie e grandi felini.

Ecco perché il Covid colpisce i mammiferi: i precedenti

In realtà, come ha rivelato nei mesi scorsi uno studio dell’University College di Londra, sono almeno 26 le specie di animali potenzialmente suscettibili al virus SarsCoV2. A dispetto di pesci, uccelli e rettili, i soggetti più a rischio sarebbero proprio i mammiferi: leoni, tigri e furetti. In alcuni animali, spiegava lo studio, come pecore, scimpanzè, gorilla, oranghi e bonobo, «la proteina virale Spike potrebbe legarsi al recettore Ace-2 con la stessa forza con cui lega i recettori delle cellule umane». E i fatti sembrano confermarlo. Oltre ai visoni, rimasti contagiati in diversi allevamenti in Olanda e Danimarca, e ai leoni dello zoo di Barcellona, tra i primi a infettarsi, la cronaca è purtroppo ricca di casi sparsi dall’Europa all’America, passando per l’Asia, di animali risultati positivi al coronavirus. Le iene di Denver, insomma, arrivano ben ultime. Anche se sono le prime della loro specie a contagiarsi.

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