Colle, Casini: «Ho una possibilità su 2000 di candidarmi. Ma prenderei anche i voti degli scranni vuoti»

10 Nov 2021 8:42 - di Redazione

Nei palazzi della politica è un veterano. Ne conosce i riti segreti, sa schivare le trappole dei franchi tiratori. “si muove come un vietcong nella giungle vietnamite”. Carlo Casini in un lungo colloquio con il Corriere della Sera fa il punto dell’attualità politica. E non si sottrae alla domanda delle domande. Sarà candidato a successore di Mattarella? Negli ultimi sondaggi sulla delicata partita del Quirinale, l’ex presidente della Camera è nella rosa dei nomi.

Casini: io candidato al Colle? Una possibilità su 2mila

La corsa eventuale corsa potrebbe essere sgambettata dai franchi tiratori. Ma Casini con l’orgoglio del veterano lancia la sfida. “C’è una possibilità su duemila che, a un certo punto,  sia candidato. Ma se lo fossi, potete stare certi che non perderò nemmeno il voto degli scranni vuoti”. Casini è stato ed è un sapiente tessitore di contatti personale e conoscitore di iter parlamentare. Si è formato al seguito del leader democristiano come Arnaldo Forlani, col quale è ancora in contatto nonostante sia da anni fuori gioco, e gravemente malato. Poi la rottura con la Dc di Martinazzoli per aderire al centrodestra guidato da Berlusconi. E ancora l’esperienza fugace con Monti fino all’elezione in Parlamento sotto la bandiera del Pd nel collegio della sua Bologna.

“Non perderei nemmeno i voti degli scranni vuoti”

Vanta solidi rapporti con una rete di ex dc che oggi ritrova dal Pd a Forza Italia. Sul punto di sondare indirettamente l’intenzione del segretario dem, Enrico Letta. Nel fine settimana è stato visto nel centro di Roma parlottare con il grillino Vincenzo Spadafora, uomo-cerniera con Luigi Di Maio, col quale pure ha instaurato buoni rapporti. E ancora potrebbe contare sui guastatori di Italia Viva, insofferenti a Renzi. Pronti a ostacolare qualunque candidato sgradito, anche se non per farne eleggere un altro.

La rete di rapporti trasversali coltivati negli anni

Ma Casini sa di poter sperare solo in questo, anticipa l’intervistatore del Corriere.  Votazioni che vanno a vuoto una, due, tre. Fino a che un Parlamento a Camere riunite, sfibrato, cerca una via d’uscita. Con Meloni e Salvini i rapporti non sono idilliaci, dal momento che Pierferdy li considera estremisti irrecuperabili. Eppure, nel 2020 in occasione del voto  per l’autorizzazione a procedere contro Salvini. fu l’unico a tendere la mano al leader della Lega. “Va battuto politicamente, non sul piano giudiziario”, spiegò. Tanti ex potrebbero guardare a Casini come successore di Mattarella. Per i motivi più diversi. Reduci e orfani di seggi futuri.  Ma da qui a comporre una maggioranza parlamentare ce ne passa.

Nel nome del Parlamento fino al 2023

La sua corsa al Colle parte da lontano. Ma è ben nascosta. Lavora per saldare i possibili sostenitori nel nome della difesa del Parlamento e della prosecuzione della legislatura fino alla scadenza naturale. Segue da osservatore i movimenti della lobby anti-premier che ogni  si materializza. Riceve deputati e senatori, registra ogni richiesta, ogni timore. Dice di preferire Draghi al Quirinale. Ma l’ex presidente della Bce potrebbe essere la preda perfetta per quel franchi tiratori che Casini esorcizza per se stesso.

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