Casta grillina: cade anche il tabù del terzo mandato. Conte cerca un cavillo per sdoganarlo

27 Nov 2021 17:42 - di Michele Pezza
Terzo mandato

Datemi un cavillo e vi concederò il terzo mandato“. Obiettivo certo meno proibitivo del sollevamento del mondo con una leva, come pretendeva Archimede, ma pur sempre dotato del suo bel coefficiente di difficoltà. Ma tant’è: nella sua irrefrenabile voglia di omologazione, anche l’ultimo velo che tiene i 5Stelle al di qua della Casta sembra stia per cadere, almeno a dar retta al Giornale. È questione, appunto, di cavillo o di criterio. Oltre che di potere, ovviamente. E sì, perché l’obiettivo di un Di Maio (nome a caso) è come salvare la poltrona senza che appaia una graziosa concessione di Giuseppe Conte. Un criterio (sempre a caso) potrebbe perciò essere la carica di ministro. Ma a quel punto si appaleserebbe il rebus dell’interpretazione. Vale solo per quelli in carica (ad esempio, sempre casualmente Di Maio) o anche per gli “ex” tipo Bonafede o Toninelli?

Terzo mandato per salvare Di Maio e Fico

Un bel rompicapo. Un aiutino potrebbe venire dall’azzeramento dei mandati inaugurato per consentire a Virginia Raggi di tentare il bis al Campidoglio. Ricordate? Una mente immaginifica lo chiamò “mandato zero“, e già si capiva che fosse diretto ad abbattere l’ultimo feticcio grillino. Qualcuno potrebbe aver interesse a riesumarlo, sebbene inutilizzabile da big alla Di Maio o alla Fico. Con la sindaca fu possibile non computare tra i mandati elettorali i primi cinque anni da consigliere comunale. Una sponda che manca nel caso dei “gemelli napoletani“. Comunque sia, per Conte  – direbbe Mario Brega – il garbuglio del terzo mandato po’ esse piuma e po’ esse fero.

M5S è ormai un partito come gli altri

Nel senso che sta a lui riuscire a farne il trampolino per imporre una vera leadership nel dopo-elezioni. Diversamente, ne resterà travolto. E tutto lascia pensare che sarà più la seconda che la prima. Se non vi mette mano, i parlamentari lo piantano in asso. Se decide di farlo, dovrà mettere in conto lo scontro con un Beppe Grillo più allergico al terzo mandato. Tanto più ora che incombe la scadenza dell’elezione del nuovo Inquilino del Quirinale e con il “rompete le righe” già in atto tra i 5Stelle. Già,  basta un niente a far squagliare quel poco o quel tanto che ancora resta del pentastellato movimento. Sempre che Giuseppi non si trasformi in Archimede e trovi finalmente quel cavillo.

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