Rivolta contro Conte, panico nel M5S: “Ci sta già emarginando, non conteremo più niente”

4 Giu 2021 9:39 - di Gabriele Alberti
Conte M5S

M5S nel panico. Ora tra i grillini è rivolta contro Giuseppe Conte.  I retroscenisti e non solo  danno l’ex premier proiettatto verso il seggio lasciato libero da Emanuela Del Re, in procinto di avere una nomina europea. Il che apre una faglia nella già disastrata casa-polveriera M5S. Reduce da un addio pesante come quello di Elisabetta Trenta. Giuseppe Conte ora è un problema. La paura di perdere il posto tra i grillini è tangibile: il combinato disposto fra il taglio delle poltrone e i sondaggi disastrosi per i 5 Stelle vede sfumare del tutto le già precarie possibilità di riconferma delle poltrone pentastellate. Ne resteranno pochissimi di parlamentari M5s tra quelli attualmente assisi in Parlamento.  Rimarremo «al massimo una dozzina», confidano alcuni grillini, come riporta Libero. A maggior ragione se è vero “che intenzione di Conte sarebbe quella di portare con sé una compagnia di giro di imprenditori, avvocati e manager (alcuni dei quali, raccontano fonti accreditate, ben conosciuti allo «studio Al pa») per dare sostanza al suo “progetto”.

Conte vorrebbe uscire dal governo: peones e governisti in rivolta

Lo scenario per i grillini è un’ incognita, sentono tremare la terra sotto i piedi. Solo i big  possono essere sicuri di essere rieletti col terzo mandato, ossia Di Maio, Fico, Taverna e pochi altri. Ma per altri cosiddetti peones le possibilità sarebbero ai minimi per poter tornare a riveder le stelle  fra Montecitorio e Palazzo Madama: con l’aggravante di perdere pure un anno e mezzo di  stipendi. Perché lo schema Conte prevederebbe proprio questo: l’uscita dal governo  Draghi per guadagnarsi un posto al sole sul lido dell’opposizione a ridosso del semestre bianco;  e poi via all’opposizione, per uno spazio da contendere a FdI in attesa di eventuali elezioni anticipate. Questa la tentazione di Giuseppe Conte. Di qui il terrore fra i parlamentari, soprattutto quelli al primo mandato. peri i quali i progetti del loro futuro capo sono più che un problema, un pericolo.

M5S, le chat ribollono di rabbia contro Conte

Le chat ribollono di rabbia. Ieri contro Cingolani. In queste ore contro l’ex premier.   «Noi non vogliamo impiccarci dietro a Conte – si legge nelle chat rilanciate dal quotidiano di Sallusti -. Già la prima volta, con il tentativo del Conte ter, è dovuto intervenire Grillo. Adesso stiamo ripiombando nello stesso incubo…». Un  altro sfogo ancor più netto mette in chiaro la questione: «Qui la sensazione è che come parlamentari non contiamo più niente;  e che già prima di entrare (Conte, ndr) ci stia mettendo ai margini…».

M5S, una settantina i grillini pronti a disobbedirgli

I governisti usano invece l’arma del Pnrr per indurre i colleghi a più miti consigli: “è questo il motivo per restare. Il treno è partito, buttarsi da questo sarebbe una follia”. Però i malpancisti non mollano e si contano: “Una settantina quelli pronti a disobbedire immediatamente“. Insomma “impiccarsi” al destino di Conte non è cosa. Per cui l’indiscrezione sul progetto dell’ex premier – tra l’altro leader solo in pectore, ha allarmato  peones a 5 Stelle ma non solo. Anche il Pd è “irritato” e non avrebbe gradito  l’uscita dell’ex premier sulle elezioni in Calabria, giudicato un «contropiede»).

M5S e Conte, tregua armata

La replica ufficiale degli  ambienti vicini a Conte, come si legge sull’Adnkronos, sembra una tregua armata. «Nessuna “manovra” per uscire dal governo, come temono alcuni esponenti dell’ala M5s più “governista”», assicurano dall’entourage dell’ex premier. E si ammette  che: «il disagio c’è, questo non si può nascondere: ma noi vogliamo essere leali e costruttivi nei confronti del governo». Il che non chiuderebbe affatto la questione. Anzi la smentita – assicurano fonti grilline a Libero – va letta come un ultimatum: “sì, compatti con Conte finché si resta “leali” al governo Draghi”. Ecco che clima si respira nel M5S smembrato. E che aria tira nel governo Draghi…

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