Bud Spencer non stava con gli ippopotami “rossi”: era di destra. Ma “Repubblica” lo sa?

4 Nov 2021 10:31 - di Valerio Falerni
Bud Spencer

A chi Bud Spencer? A noi!” Lo grida, a nome della sinistra, un lettore di Repubblica sdegnato dal fatto che Giancarlo Giorgetti abbia paragonato al simpatico e indimenticato gigante del nostro cinema nientemeno che Matteo Salvini. “Giù le mani“, sembra intimare tal Manlio Rossetti di Milano nella sua lettera a Francesco Merlo. Per lui non c’è discussione. «Bud Spencer – azzarda – non somiglia a Salvini perché è sicuramente di sinistra». In realtà lo è soprattutto quel «sicuramente» che più e meglio di un trattato spiega la pretesa superiorità dei nostri gauchisti.

Un lettore: «Bud Spencer era di sinistra»

Pur di demolire l’ardita similitudine del ministro leghista, Rossetti imbastisce anche un bignamino di antropologia politica. «Di sinistra sonoil mito del gigante buono e i pugni generosi e mai mortali». Oltre che «i fagioli», ovviamente. Si vede lontano un miglio che dei film della coppia Bud Spencer –Terence Hill, Rossetti deve aver fatto in passato vere e proprie scorpacciate, con annessa qualche indigestione di carattere ideologico. «Bud – conclude – si batte per i poveri indigeni. Ecologista in Africa, da animalista salva pure gli ippopotami». Ancora un po’ e trasformava l’icona del genere “cazzotti e risate” in un antesignano di Greta Thunberg.

Nel 2005 l’attore si candidò con Forza Italia

Va da sé che la simpatia per un attore te lo fa vedere con altri occhi. Al signor Rossetti di Milano è piaciuto immaginare Bud Spencer in versione cocomero e cioè verde fuori e rosso dentro. E lo ha fatto con tanto trasporto da indurre Merlo a rispondere nascondendogli la verità e cioè che Bud Spencer era uno dell’altra parte. Nutriva simpatie politiche sì, ma in direzione del tutto opposta a quella entusiasticamente ed apoditticamente decisa dal suo fan di Repubblica. Arrivò persino a candidarsi nel 2005 sotto le insegne di Forza Italia alle elezioni regionali del 2005. Il motivo lo spiegò lui stesso, a modo suo: «Condivido tutto quel che ha fatto Berlusconi». È l’unico cazzotto politico sferrato dall’attore. Ma, a giudicare dalla reticenza di Repubblica, fa ancora tanto male.

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