Anzio, il sindaco a Edith Bruck: rifiutando di ritirare il premio lei mortifica non me ma l’intera città

2 Nov 2021 20:32 - di Bianca Conte
Edith Bruck Anzio

Dopo un pomeriggio epistolare passato a redigere spiegazioni, disappunto e giustificazioni. Note a margine ed errata corrige, alla fine della fiera non c’è soluzione che tenga: il sindaco di Anzio, Candido De Angelis, incassa il rifiuto perentorio di Edith Bruck, vincitrice del Premio Strega Giovani 2021, di andare a ritirare il Premio per la Pace che la città sul litorale laziale le ha conferito. La spiegazione? Affonda le radici nella storia. E nella storia di altri premi e riconoscimenti. Già, perché alla poetessa e scrittrice, alla quale Sergio Mattarella ha conferito l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. La donna, sopravvissuta ai campi di concentramento. E che il 20 febbraio 2021 ha ricevuto, a casa sua, la visita di Papa Francesco, proprio non va giù la negazione della benemerenza ad Adele di Consiglio, reduce dai campi di concentramento.

Edith Bruck rifiuta il premio per la pace della città di Anzio

E così, attacca il sindaco di Anzio, Candido De Angelis, rifiutando la consegna del Premio per la Pace. E sottolineando un’altra ragione ancora: il consiglio comunale della città ha invece confermato la cittadinanza onoraria a Mussolini. Immediatamente dopo il j’accuse della scrittrice, il primo cittadino replica e spiega: «Se Edith Bruck non accetta il nostro premio fa una mortificazione non a me, ma alla nostra città». E commenta: «Un premio che avevamo pensato con duemila ragazzi come facciamo tutti gli anni» e a cui il rifiuto della scrittrice, incalza il primo cittadino, infligge «una mortificazione. Ma non a me, ma alla nostra città: medaglia d’oro al merito civile, che non meritava». Quindi, sul riferimento a Mussolini, De Angelis aggiunge: «Ha la cittadinanza onoraria dal 1924. Prima di me ci sono stati tre sindaci comunisti. Due socialisti. Uno repubblicano, uno Ds. E nessuno l’ha mai revocata. Anzi questo argomento non è stato mai discusso in Consiglio comunale dal 1946 al 2021».

Il carteggio tra la scrittrice e il sindaco di Anzio

Le ultime settimane pre elezioni regionali e post scontri di piazza, con l’assalto alla sede della Cgil, hanno offerto il fianco a una nuova ondata di recriminazioni anacronistiche e polemiche revisioniste strumentalmente riadattate. E così, non stupisce quest’ultimo caso rimbalzato agli onori della cronaca, che Edith Bruck torna a rinverdire, dichiarando tra l’altro, nella sua missiva: «Io, sopravvissuta alla Shoah. Che da una vita scrivo e testimonio nelle scuole italiane, compito arduo e faticoso, senza l’odio verso alcuno, anzi nel nome della pace e fratellanza umana, avendo avuto la visita di Papa Francesco che mi ha chiesto perdono esteso al popolo martire, devo la fedeltà a me stessa. E per la solidarietà con la signora di Consiglio (che non conosco). La ringrazio ma non posso accettare il Premio per la Pace dove è in fermento la nostalgia attiva dell’epoca più vergognosa, incancellabile per chi l’ha vissuta».

La polemica sul premio e sulla cittadinanza onoraria a Mussolini

Parole che motivano la replica del sindaco di Anzio che, infatti, nella sua lettera di risposta, esordisce scrivendo: «Credo che Lei sia stata oggetto di un gravissimo malinteso, generato da un’informazione del tutto priva di fondamento o addirittura volutamente manovrata da chi, in questi anni, ha cercato di boicottare continuamente il lavoro di questa Amministrazione». Un incipit che prosegue sottolineando che: «La Città di Anzio, durante il secondo conflitto mondiale è stata completamente rasa al suolo. Il prezzo pagato dalla popolazione è stato altissimo». Una lettera in cui il primo cittadino non manca di sottolineare come: «Il 25 aprile 2004, infatti, nel corso del mio secondo mandato da Sindaco di Anzio, al Palazzo del Quirinale, il Gonfalone della Città di Anzio è stato decorato solennemente con la Medaglia d’Oro al Merito Civile, dall’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi».

Anzio, il sindaco rilancia Anzio, esempio di pacificazione «tra storia, spirito di sacrificio e amor patrio»

«Perché durante l’ultimo conflitto mondiale – prosegue la missiva del sindaco – fu teatro di violenti scontri fra gli opposti schieramenti. Subendo devastanti bombardamenti e feroci rappresaglie che causarono la morte di numerosi concittadini, tra cui molti bambini. E la quasi totale distruzione dell’abitato e delle strutture portuali. La popolazione, costretta allo sfollamento e all’evacuazione. Nonché all’abbandono di tutti i beni personali, dovette trovare rifugio nei paesi vicini o in grotte improvvisate. Tra stenti e dure sofferenze. I sopravvissuti seppero reagire, con dignità e coraggio, agli orrori della guerra. E affrontare, col ritorno alla pace, la difficile opera di ricostruzione. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio».

De Angelis alla Bruck: «Le Sue parole mortificano anni di impegno culturale e sociale»

Esempio di pacificazione. Mentre, scrive il sindaco rispondendo alla Bruck, «le Sue parole mortificano anni di impegno culturale e sociale, che hanno portato alla decisione di istituire il Premio per la Pace della Città di Anzio. Conferito a persone che con dedizione. Coraggio ed impegno civile, dedicano la loro vita alla lotta contro le diverse forme di violenza. Custodendo e tramandando alle future generazioni i valori della memoria. Per un futuro di pace. Come recita la delibera di Consiglio Comunale del 14 gennaio 2020».

Il sindaco a Edith Bruck: «Gravissimo malinteso, confrontiamoci»

Quindi, conclude la lettera, «sono proprio questi atteggiamenti che non consentono una reale affermazione di un sentimento di pace universale. Ostacolando chi ha scelto di fare, anche se nel suo piccolo, una rivoluzione culturale, aldilà degli schieramenti politici». Missiva che, va detto, si conclude con un importante invito al confronto: «Rinnovando il mio rammarico e quello della Città che pro-tempore rappresento chiosa De Angelismi rendo disponibile ad un confronto sulla vicenda. Qualora lo ritenesse opportuno»…

 

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