Romanzo Quirinale: la trattativa Lega-Pd sul Colle comprende anche legge elettorale e data del voto

19 Ott 2021 8:36 - di Michele Pezza
Quirinale

Archiviati i ballottaggi elettorali, torna d’attualità l’appuntamento politico più importante, lo snodo-verità sulla sorte della legislatura: il Quirinale. «Se ne parlerà a gennaio», assicurano i leader, a destra come a sinistra. In realtà i colloqui risalgono già a qualche settimana fa, sebbene somiglino molto al famoso dialogo tra sordi. Non foss’altro perché – come osserva il Corriere della Sera – la trattativa prevede riguarda un intero pacchetto. Che oltre all’intesa per la scelta del successore di Mattarella, comprende anche la nuova legge elettorale e la data del voto. L’ultimo tentativo ha visto impegnati da un lato Roberto Calderoli, nelle vesti di emissario di Matteo Salvini, e dall’altro Enrico Letta.

La scelta per il Quirinale torna al centro della scena

Al primo che proponeva modifiche al Rosatellum elettorale, il secondo ha risposto con la modifica dei Regolamenti parlamentari per scoraggiare le onorevoli transumanze da un gruppo all’altro. Un atteggiamento che suona come implicita conferma di due elementi. Il primo: il Pd non cambierà in senso proporzionalistico la legge elettorale; e non direbbe no ad eventuali elezioni anticipate nel caso Draghi salisse al Colle. È vero che ieri Letta ha escluso tale possibilità, ma è altrettanto vero che la caldeggiano big come Zingaretti e Bettini. In ogni caso il pallino non è nelle mani del Nazzareno ma in quelle di Draghi. Se il premier formalizzasse la propria candidatura al Quirinale, il tema della legislatura si porrebbe eccome. Parte del Pd è infatti convinta che può battere il centrodestra in difficoltà e senza guida.

5Stelle fuori dai giochi

Il problema di Letta sono però i 5Stelle, sebbene a Conte non sfugga l’opportunità che l’esistenza di residue sacche elettorali grilline al Sud assicurerebbe al Movimento un protagonismo nell’alleanza. Sa pure, tuttavia, che i suoi non lo seguirebbero. «Le elezioni anticipate sarebbero il Papeete di Letta», è la minaccia che serpeggia tra i pentastellati. In effetti, il M5S è ancora il partito di maggioranza relativa in Parlamento. Ogni intesa per il Quirinale dovrà vederli coinvolti. Un po’ come quando Totò e Peppino decisero di intercettare il nipote scapestrato a Milano aspettandolo di fronte al Duomo: «Questa è la piazza principale e da qui dovrà passare».

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