Luttwak: “Prodi lavora per la Cina, la propaganda di Pechino conta su gente come lui e D’Alema”

28 Ott 2021 19:38 - di Luisa Perri
Luttwak, Cina, Prodi, D'Alema

«L’unico posto in Occidente dove i cinesi hanno una grande influenza sociale è l’Italia». Edward Luttwak torna sull’argomento dei rapporti a suo giudizio sbilanciati tra Cina e Italia, intervenendo ad un seminario organizzato dalla Luiss Business School.

La “propaganda” cinese, dice il politologo statunitense, può contare su «gente come Prodi, che in Cina vende milioni di libri, D’Alema, Tria, Giancarlo Elia Valori: tutti vanno in televisione a inneggiare alla Cina». Su Prodi, in particolare, si sofferma Luttwak: «Romano Prodi lavora per i cinesi. Trovami un altro ex primo ministro che lavora per i cinesi», chiede alla platea.

Il politologo Usa illustra alla platea le basi della cosiddetta “geoeconomia”, termine coniato da lui stesso, per spiegare come dopo la fine della Guerra Fredda e del confronto tra Usa e Urss, varie nazioni, a cominciare dal Giappone, “hanno iniziato ad usare la logica della guerra con i metodi del commercio”.

Luttwak segnala l’anomalia italiana sulla Cina

La prima ondata di geoeconomia -spiega Luttwak- è fallita e la seconda ondata, che è soprattutto cinese, fallirà anch’essa”. La “propaganda cinese”, ripete, «è fatta da un’aspettativa occidentale, dal pensare che poiché i cinesi sanno produrre molto bene cose ordinarie, si pensa che possano produrre anche altre cose”. Ma, sostiene Luttwak, “certe cose non le sanno fare, eppure questa illusione continua».

Il politologo prende ad esempio gli annunci di Pechino sui grandi progressi che avrebbero fatto nel campo dell’Intelligenza Artificiale. In realtà dice Luttwak, “sono 15 o 20 anni indietro”. Lo stesso vale per il recente annuncio cinese dello sviluppo di un missile ipersonico. “E’ una tecnologia del 1969”, alla quale lavoravano già Usa e Unione Sovietica, dice, “è inutile”.

Luttwak non lo dice, ma anche gli incentivi da centinaia di milioni di euro per l’acquisto di monopattini, è diventato un grande regalo alla Cina. Infatti, la produzione dei monopattini è interamente Made in China. Un altro regalo del governo Pd-M5s (e dell’Italia) a Pechino.

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