L’orrore dei Talebani, decapitata Mahjabin Hakimi, pallavolista afghana della nazionale

21 Ott 2021 11:14 - di Paolo Lami

L’Occidente si mobilita per proteggere le atlete afghane dopo che è emerso che i talebani hanno decapitato a Kabul una ragazza della squadra nazionale femminile dell’Afghanistan, Mahjabin Hakimi minacciando la famiglia di tacere per non subire ritorsioni.

L’immagine senza vita di “Jabin Jab “, così si faceva chiamare Mahjabin Hakimi su Instagram, con il collo mozzato e sanguinante è stata pubblicata sui social media afgani.

Da tempo c’è fortissimo allarme sul rischio di morte per le atlete in Afghanistan ma la vicenda della pallavolista nazionale Mahjabin Hakimi ha messo improvvisamente l’Occidente di fronte a una realtà cruda e drammatica costringendolo ad interrogarsi su come proteggere le donne dall’intolleranza e dalla violenza dei Talebani.

La terribile fine di Mahjabin Hakimi giocatrice della squadra nazionale di pallavolo femminile afghana che giocava nella fascia d’età giovanile, è stata svelata, con un’intervista al Persian Independent, da uno degli allenatori, protetta con lo pseudonimo di  Suraya Afzali. Che ha confermato che Mahjabin era stata uccisa, ha aggiunto, che nessun altro, oltre alla famiglia della ragazza decapitata, conosceva l’ora e le modalità esatte della violenza.

Mahjabin aveva giocato per il club di pallavolo del comune di Kabul prima del crollo del precedente governo afghano ed è stato uno dei giocatori di maggior successo del club. Probabilmente i Talebani non le hanno perdonato proprio questo successo che ha reso Mahjabin Hakimi un esempio per le altre donne esponendola così a un rischio altissimo.

La sua allenatrice, la cui identità è stata celata dietro l’alias di Suraya Afzali ha spiegayo al quotidiano che la intervistava, che l’omicidio di Mahjabin Hakimi è avvenuto, probabilmente, all’inizio di ottobre. E che la terribile fine della pallavolista afghana è rimasta finora nascosta perché la sua famiglia era stata minacciata di non parlarne con nessuno.

Secondo Afzali, dopo il crollo del governo precedente, le atlete in tutto l’Afghanistan hanno dovuto affrontare quotidianamente una serie di minacce alla sicurezza. E i talebani le hanno perseguite e hanno perquisito le case di un certo numero di loro in varie città.

Molte atlete, in particolare le ragazze della squadra di pallavolo femminile afghana che hanno gareggiato in competizioni estere e nazionali e hanno partecipato a programmi radio e tv, sono seriamente minacciate.

L’allenatrice della squadra nazionale di pallavolo femminile afghana ha rivelato poi che solo due dei giocatrici della squadra sono stati in grado di lasciare l’Afghanistan con un’iniziativa personale, e che il resto il resto delle ragazze della squadra dell’Afghanistan è costantemente minacciato e terrorizzato.

“Tutte le giocatori della squadra di pallavolo e il resto delle atlete si trovano in una brutta situazione, vivono nella disperazione e nella paura”, ha lanciato l’allarme la signora Afzali.

Al momento “tutte le atlete sono stati costrette a fuggire e vivono nascoste in luoghi sconosciuti“.

La cosa ancor più grave è che, secondo l’allenatrice, gli sforzi della squadra nazionale di pallavolo femminile afghana per ottenere il sostegno di organizzazioni e paesi stranieri per lasciare l’Afghanistan finora non hanno avuto successo.

La decapitazione di Mahjabin ha aumentato la paura delle atlete di essere prese di mira dai talebani e da individui che da tempo cercano di ostacolare lo sport femminile.

Con il ritorno al potere dei Talebani in Afghanistan tutte le attività delle donne in ambito sportivo, politico e sociale sono cessate e ci sono ancora preoccupazioni per le continue restrizioni alla vita, al lavoro e alla sicurezza delle donne.

La squadra nazionale di pallavolo femminile afgana è stata fondata nel 1978 e ha cessato le attività dal 1992 al 2002 a causa della guerra civile e poi del dominio dei talebani.

Il team nazionale femminile, che aveva due squadre divise per fasce d’età, adulti e giovani, e schierava,  complessivamente, 28 atlete, ha partecipato a una serie di competizioni internazionali ogni anno e in alcune competizioni nella regione vincendo anche diversi premi.

La partecipazione della squadra alle competizioni internazionali è sempre stata ampiamente supportata in Afghanistan e la presenza di ragazze afgane nelle competizioni internazionali è stata citata come un segno degli sforzi per rafforzare la posizione delle donne nella società tradizionale afgana.

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