Legge elettorale, Brunetta replica a Salvini: «Il “Rosatellum” l’ho voluto io, ma erano altri tempi»

30 Ott 2021 17:41 - di Redazione
Brunetta

L’ipotesi (in realtà molto remota) di modificare la legge elettorale fa discutere il centrodestra. Matteo Salvini Giorgia Meloni non hanno alcuna intenzione di abbandonare il maggioritario per il proporzionale. Diversa l’aria che si respira in Forza Italia (non in tutta, ovviamente). Lì l’area ministeriale, a partire da Renato Brunetta, non fa mistero di puntare ad una restaurazione centrista con i vari spezzoni oggi a confine tra le due coalizioni. Ma senza un cambio del Rosatellum è una vera mission impossible.  Salvini lo ha capito. E ha puntato il dito contro la «stragrande maggioranza dei parlamentari che pensa solo alla propria ricandidatura e non agli interessi del Paese».

«Da capogruppo di FI ho contribuito a farlo passare»

Un j’accuse che non, com’era prevedibile, non è piaciuto a Brunetta. «Dalla mia esperienza di questi otto mesi di governo – ha rintuzzato – non posso che dare un giudizio straordinariamente positivo del lavoro dei parlamentari tutti, di maggioranza e di opposizione». Il ministro della Funzione Pubblica assicura che non vuol polemizzare sul tema della legge elettorale. Ma tiene a sottolineare che quando era alla guida del gruppo di Forza Italia alla Camera, lui fu tra i principali sostenitori dell’attuale legge elettorale di tipo maggioritario. «Io ho voluto fermamente il Rosatellum – ha rivendicato -. Dichiaro in ogni caso, però, che le leggi elettorali sono figlie del momento storico e del momento politico in cui vengono decise».

Coraggio Italia in soccorso di Brunetta: «Sì al proporzionale»

In soccorso di Brunetta arrivano altri segmenti centristi. Come Coraggio Italia, la formazione tenuta a battesimo da Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, e Giovanni Toti. «Il sistema maggioritario – ha argomentato Osvaldo Napoliuna volta in crisi le maggioranze, ha sempre partorito governi tecnici: Dini, Monti e Draghi. Il sistema proporzionale – ha aggiunto l’esponente di CItoglie ai leader il potere di nominare i parlamentari e si restituisce agli elettori la facoltà di scegliere da chi essere rappresentati. In più – ha concluso – secondo, costringe i partiti a togliersi la maschera e a indicare con chiarezza la linea politica».

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