La piccola Layla come Eitan: portata in Tanzania dalla mamma, il papà italiano non la vede da anni

26 Ott 2021 16:27 - di Leo Malaspina

L’appello di Davide Napolitano, 44enne di Portici, l’ennesimo, è al ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Non vedo mia figlia da anni, mia moglie l’ha portata in Tanzania…”. La denuncia dell’uomo è rimbalzata su tutti i giornali, in questi giorni, gli stessi che hanno visto la positiva chiusura della questione del piccolo Eitan, il bambino israeliano rapito dai nonni e portato via dagli zii che abitano in Italia. Una vicenda che ricorda quella di Layla. ma qui i genitori sono vivi e vegeti. Davide Napolitano è padre di una bambina di sette anni che cinque anni fa è stata portata via dalla madre a Zanzibar, in Tanzania, dov’è nata anche la bambina.

Davide e la piccola Layla rapita dalla mamma e portata in Tanzania

Davide, che nella vita si occupa di turismo, aveva vissuto per oltre 10 anni in Africa e a Zanzibar aveva conosciuto la sua compagna, Sharifa, poi diventata sua sposa con rito musulmano. I due diventano genitori di una bambina, nata nel novembre del 2014, iscritta all’anagrafe degli italiani residenti all’estero e quindi con passaporto italiano, residenti in Italia, codice fiscale. La coppia gira il mondo per lavoro fino a quando nell’ottobre del 2016, però, dopo una breve vacanza in Italia, Sharifa dice a Davide di doversi recare a Zanzibar per assistere la madre malata. Ma la donna sparisce, partono le diffide dei tribunali italiani Napoli, nel 2019 un breve rientro in Italia di Layla con la mamma, poi di nuovo via.

Il padre: “Voglio solo poterla rivedere”

“Mi è stata sottratta senza permesso – dice Davide Napolitano – e nel 2019, quando sono riuscito a convincere sua madre a rientrare in Italia, sono arrivato al punto da richiedere che il passaporto di Layla venisse bloccato, visto i precedenti. Ma, con la scusa di andare a trovare dei parenti a Ravenna in quel periodo, e nonostante un ulteriore documento fatto firmare alla madre con cui si impegnava a rientrare a Portici dopo la breve visita al Nord, è riuscita a riportare Leyla a Zanzibar aiutata dal suo governo, mentre il nostro non è riuscito a intervenire perché, a quanto pare, una figlia deve stare con sua madre. Ma non mi arrendo”.

Presentata la denuncia per sottrazione internazionale di minore da parte del padre della bambina, nel settembre 2019 inizia il processo presso il Tribunale di Napole, ma il giudice ha decretato che era diritto della madre tornarsene al Paese d’origine con la bambina. Ora solo la Farnesina può provare a sbrogliare la matassa.

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