Johnson&Johnson, Bassetti: «Meglio fare il richiamo con un vaccino mRna e questo vale per tutti»

25 Ott 2021 15:21 - di Paolo Sturaro
Bassetti

Il confronto serve a chiarire le idee alle persone. «Chi si è vaccinato con Johnson & Johnson farebbe bene a fare il richiamo con un vaccino anti-Covid a mRna». Lo afferma all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. Con queste parole nterviene nel dibattito sul richiamo a chi ha avuto l’unica dose del vaccino Janssen.

Matteo Bassetti: «Con J&J meglio un’eterologa»

Meglio quindi «un’eterologa, come abbiamo detto di fare con AstraZeneca», aggiunge. «Questo darebbe un “booster” che funge come farebbe una terza dose per chi aveva fatto un vaccino mRna. Sicuramente vale non solo per i più fragili, ma per tutti» coloro che hanno fatto il vaccino monodose. «Il rialzo dei casi” di Covid-19  non desta preoccupazione. È associato molto probabilmente al fatto che abbiamo triplicato i tamponi che vengono fatti ogni giorno, legati al Green pass. Era quindi ampiamente atteso che si potessero trovare asintomatici con test positivo».

La questione della terza dose e dei giovani

Sulla necessità di una terza dose di vaccino per i più giovani «direi di aspettare», spiega Bassetti. «Facciamo rapidamente gli anziani, i fragili, gli insegnanti, gli operatori santari». Con loro, evidentemente, «è meglio avere una copertura più alta. I giovani tra 12 e i 20 anni potranno fare la terza dose tra un anno, in primavera-estate 2022. Al momento non mi sento di dire che i ragazzi debbano fare la terza dose, aspettiamo. Per loro due dosi sono sufficienti per un anno».

Pregliasco: «L’importante è non creare preoccupazione»

Interviene Fabrizio Pregliasco. «Per i vaccinati con Johnson & Johnson l’agenzia regolatoria del farmaco Usa Fda ha suggerito di fare la seconda dose. Ora è da vedere se fare l’eterologa con un vaccino a mRna, che potrebbe aumentare l’efficacia della protezione, o l’omologa. Ma non creiamo agitazione», dice all’Adnkronos Salute il virologo, docente dell’Università Statale di Milano.

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