“Ipocriti, il governo la smetta di dire ‘mai più dad'”: legnata di Ricolfi sul caos scuola

4 Ott 2021 14:49 - di Gabriele Alberti
Ricolfi Scuola

Scuola e ipocrisie di governo, siamo al limite. Duro attacco del sociologo Luca Ricolfi per quanto non fatto a protezione degli istituti scolastici. Lo studioso della Fondazione Hume al solito pacatamente ma inflessibilmente mette il governo spalle al muro. La dad è molto più che uno spettro, sarà la realtà. E dall’esecutivo non fingano di dispiacersi, almeno. I motivi di una débacle Ricolfi li elenca in una lunga analisi sul Messaggero. “A tre settimane dalla ripartenza delle scuole, che cosa stia succedendo nelle aule scolastiche nessuno può saperlo con certezza. E il motivo è tanto semplice quanto triste: il governo ha deciso di non attivare un monitoraggio sistematico, capace di segnalare tempestivamente le criticità”. Il motivo? Lo studioso esclude l’incapacità, per cui le possibili motivazioni sono di sostanza:

Dad a scuola, Ricolfi all’attacco del governo

“Le nostre autorità – scrive- sono  convinte che la vaccinazione sia sufficiente a tenere sotto controllo l’epidemia. Così si spiega anche il nulla di fatto, nelle scuole come altrove, sul controllo della qualità dell’aria”. Il che innesca una spirale perversa. “Ormai esiste un’ampia evidenza empirica sia del fatto che i vaccini proteggono poco dal rischio di infezione, sia del fatto che anche i vaccinati possono trasmettere il virus”. Prosegue Ricolfi: “Ormai vi sono pochi dubbi sul fatto che, dopo l’ambiente domestico, il luogo più rischioso sono le aule scolastiche. A renderle pericolose concorrono in modo cruciale la densità (troppi allievi e distanziamento insufficiente); la durata dell’esposizione (più di 4 ore); e soprattutto la mancanza quasi universale di dispositivi di controllo della qualità dell’aria: solo nella regione Marche è stato avviato un esperimento di ricambio sistematico dell’aria con la ventilazione meccanica controllata”.

Ricolfi: “Il governo non ha fatto nulla per la qualità dell’aria nelle aule”

La diagnosi è impietosa: “La latitanza del governo e di quasi tutte le Regioni è inquietante. E’ da un anno e mezzo che ingegneri e scienziati internazionali sollevano il problema della trasmissione del virus mediante aerosol;e della conseguente necessità di garantire il monitoraggio della qualità dell’aria”. Ricolfi cita uno studio di imminente pubblicazione del fisico Mario Menichella, secondo il quale la rinuncia a installare dispositivi di VMC (ventilazione meccanica controllata) è sufficiente, da sola, a moltiplicare di circa un fattore 10 la circolazione del virus nelle aule scolastiche” Morale avvilente: “Senza un controllo rigoroso della qualità dell’aria le scuole sono destinate a trasformarsi in focolai dell’epidemia”. La realtà, del resto è già evidente in queste prime settimane di inizio scuole.

“Nelle Marche avviato un esperimento di ricambio sistematico dell’aria”

“Il numero di classi costrette alla Dad (didattica a distanza) non può che crescere, come già si intuisce dalle frammentarie notizie di stampa finora apparse”, sostiene Ricolfi. A questo punto, almeno il governo la smetta di dire  «mai più Dad», o «la nostra priorità è il ritorno della didattica in presenza». Ricolfi non tollera, giustamente, ipocrisie. E giù la legnata: “Eh no, questo cari politici non potete dirlo: perché, se la vostra priorità fosse stata questa, avreste affrontato per tempo i problemi delle classi troppo numerose, del ricambio dell’aria nelle aule, della saturazione dei mezzi pubblici”. Detto questo, la proposta. Perché qualcosa si potrebbe ancora fare se ci fosse la volontà politica: “La prima ha un costo irrisorio (50-100 euro per classe): ed è di usare in ogni aula un dispositivo di controllo del livello dell’anidride carbonica; in modo da capire quando è assolutamente indispensabile aprire le finestre. Si può fare in una settimana”.

“Confessate che la scuola in presenza non è un priorita”

La seconda proposta che Ricolfi mette sul tavolo del dibattito “costa molto di più (4-5 mila euro per classe): ed è di varare un grande piano di installazione della VMC in tutte le aule di tutte le scuole. Si può fare in qualche mese – assicura lo studioso-  pianificando i relativi lavori per le vacanze di Natale. Il costo totale è di circa 1,5 miliardi di euro. Su questa linea si stanno già muovendo spontaneamente alcune scuole, e almeno una Regione. Non si vede perché le loro esperienze debbano restare isolate”. Se non si farà nulla di tutto ciò allora bisognerà che confessino, “una volta per tutte, che il ritorno alla scuola in presenza non è affatto una priorità”. Da applausi.

 

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