Capezzone: la nuova destra si ispiri a Clint Eastwood contro la falsa icona di Greta

30 Ott 2021 18:57 - di Alfredo Barchiesi
Capezzone

La fine di questo 2021 e il 2022 porteranno inevitabili sorprese e potenziali trasformazioni in tutto il mondo: il post-pandemia sarà una terra incognita, un territorio non mappato. E proprio su questo scenario si giocherà in Italia la partita tra centrodestra e centrosinistra in vista del 2023.

Il libro di Daniele Capezzone “Per una nuova destra”

Dentro questo scenario si inquadra la proposta di Daniele Capezzone, un passato giovanile da radicale, quindi portavoce del Pdl e oggi giornalista e opinionista di punta, attraverso il suo pamphlet Per una nuova destra (Piemme, pp. 252, euro 17.50). Il cui sottotitolo è tutto un programma: “Antitasse, pro libertà, dalla parte dei dimenticati della sinistra”. Una proposta che si rivolge innanzitutto a Giorgia Meloni e Matteo Salvini, ai quali Capezzone lancia diversi suggerimenti.

Capezzone: destra sulla difensiva rispetto all’egemonia di sinistra

In Italia, premette l’autore, un secolo di egemonia della sinistra nel senso gramsciano (cultura, editoria, università, magistratura) pone, suo malgrado, la destra in difensiva anche quando – da sempre – il popolo e l’elettorato non di sinistra è maggioritario nella società. Peraltro, lamentazioni a parte, la destra italiana non ha mai saputo opporre una convincente controstrategia: “Si fa presto a prendersela contro l’establishment, contro i mandarini delle altissime burocrazie di stato, contro gli intellettuali organici alla sinistra: ma se almeno la metà del tempo e delle energie dedicate da destra a questa pur giustificata lagna fosse stato impegnato a costruire una rete alternativa, oggi ci si troverebbe in una situazione diversa, più aperta, più equilibrata, più competitiva”.

No al politicamente corretto, ma dov’è la pars costruens?

La destra, insomma, ama da anni – e giustamente – attaccare il politicamente corretto. Ma, oltre a questo, c’è una pars costruens, c’è una volontà di ricostruire? E su che basi? Sono queste le domande alle quali Capezzone tenta di rispondere con una proposta concreta e scandita su dati economici e scelte strategiche. Ragion per cui, a suo avviso, Fratelli d’Italia e Lega, in quanto titolari di un consenso pari o superiore al 40% degli italiani, dovrebbero da subito farsi carico dei problemi della popolazione e non accontentarsi dello stato di cose presenti.

Alle elezioni il centrodestra rischia la “mostrificazione”

Dovendo sussurrare qualcosa all’orecchio di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, Capezzone suggerisce, ad esempio, il fatto che, a dispetto di tutti i sondaggi, la vittoria possa sfumare. A causa, precisa, di un possibile colpo di mano volto a introdurre un sistema elettorale ancora più marcatamente proporzionale, che di fatto disarticolerebbe la coalizione e creerebbe le premesse anche nella prossima legislatura per l’assenza di un vincitore chiaro e la necessità di un altro governo ibrido. Oppure, permanendo l’attuale legge elettorale, attraverso la trasformazione delle elezioni in una sorta di sfida all’insegna del “tutti contro il centrodestra”, invariabilmente mostrificato e presentato come l’anticamera dell’autoritarismo: “Caricature a parte – spiega – se anche la coalizione Lega-Fdi-Fi vanta una significativo vantaggio nelle rilevazioni demoscopiche, non deve sottovalutare il rischio di una grande ammucchiata, di un’unione sacra concepita solo allo scopo di impedirne la vittoria”.

Per una nuova visione costruttiva, ariosa e non risentita

Occorre, quindi, una nuova visione, costruttiva, non risentita, ariosa, maggioritaria. Anche perché la sinistra, in un campo di battaglia digitale e non più analogico, scaglierà contro chi minaccia la sua occupazione del potere non più “gli impresentabili stoccafissi, grigi e legnosi burocrati di partito, ma luccicanti webstar con milioni di sostenitori, si pensi al caso di Greta Thunberg”. Occhio, avverte Capezzone, si tratta di fenomeni che hanno un’enorme presa sui più giovani, proprio in tempo di deideologizzazione e di assenza di riferimenti teorici forti. A maggior ragione, la risposta deve essere adeguata: proponendo e investendo su giovani testimonial che rispondano sullo stesso piano, naturalmente con tesi diverse, non trascurando la dimensione didattica della politica, cioè spiegando le cose, ricordando i principi e non limitandosi populisticamente alle battaglie e all’invettiva.

Si tragga ispirazione dai film di Clint Eastwood

Soprattutto non dimenticando mai che occorre andare incontro alle persone, convincerle, dialogare con loro, non aggredirle o respingerle, o dar la sensazione di essere indifferenti alle loro esigenze: “È un dovere per tutti: ma in particolare per chi rappresenta una maggioranza elettorale, e che però rischia paradossalmente di farsi mettere in minoranza tra i giovani e sui media”. Non manca, infine, Capezzone di evocare provocatoriamente dei nomi e delle icone per suggerire ai partiti del centrodestra una nuova strategia d’attacco: innanzitutto l’ispirazione politica che si può ricavare dai film di Clint Eastwood, grande libertario e conservatore; l’esempio delle battaglie economiche e anti-tasse di Grover Norquist; e, infine, alcune suggestioni implicite nell’ultimo romanzo di Frederick Forsyth. Leggere per credere.

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