Cacciari “gela” il Pd: “Non si illuda. E’ follia trarre da questo voto un significato nazionale”

5 Ott 2021 16:12 - di Adriana De Conto
Cacciari

Massimo Cacciari “gela” i sogni di gloria del centrosinistra. Intervistato dalla Stampa,il filosofo spiega che lo schieramento fa bene a festeggiare dove ha vinto,  ma non si illuda in vista delle elezioni politiche”. “Questo voto non è un test nazionale”. Abbiamo infatti assistito a continue autoesaltazioni nelle varie dichiarazoni di Letta e dei parlamentari dem. In realtà  in vari passaggi televisivi Massimo Cacciari aveva spiegato che non è il caso che il centrosinistra indugi negli allori. Lo fa più compiutamente intervistato da Paolo Griseri.

Cacciari: “I sindaci non contano più niente”

Inizia dal commento sulla scarsa affluenza, lui non è per nulla sorpreso:  « Chiediamocelo: perché gli italiani avrebbero dovuto correre in massa a votare per i sindaci? Vuole la verità? I sindaci non contano nulla”. Non decidono nulla – spiega il concetto un po’ “brutale”- sulle cose che interessano veramente alle persone: virus, inflazione che riparte, tasse. “Tutte questioni che si decidono a Roma. Che cosa vuole che importi scegliere il sindaco? La gente ha altro per la testa. Pensa alle dosi, al green pass, al rischio di perdere il lavoro. E sa che il sindaco non può mettere becco su questi argomenti”. Per questo a Cacciari, se gli chiedi chi ha vinto questa tornata amministrativa, risponde secco:

Cacciari: Alle politiche la Meloni prende da sola quanto tutte le liste del cdx”

Il centrosionistra «fa bene a festeggiare nelle città in cui ha vinto. Ma sarebbe pura follia immaginare di trarre da questo voto un significato politico nazionale. Sono dati non riproducibili in una consultazione politica nazionale”. Cacciari fa proprio il caso di Roma: “Lì alle politiche la Meloni prende da sola quanto tutte le liste di centrodestra che si sono candidate a queste amministrative. Poi, certo, il centrodestra ha preso una bastonatura. E quella resta», sostiene il filosofo. Che passa ad analizzare  i motivi per i quali il centrodestra ha perso nelle città chiamate al voto. Un’analisi dura che a suo parere chiama in causa le presunte divisione all’interno della coalizione. Non meno dura la critica al centrosinistra. Al solito Cacciari ha le sue idee e non fa sconti a nessuno.

“Errore, sovrapporre il voto amministrativo a quello politico”

«Anche il centrosinistra ha le sue divisioni. Una su tutte, quella del rapporto con gli elettori dei 5 Stelle». Un problema enorme, anche perché il risultato miserrimo dei 5 stelle nelle città non sembra renderli indispensabili, fa notare il giornalista. E qui il filosofo toran sul punto: «Questo è l’errore, sovrapporre il voto amministrativo a quello politico. Nel 2023 o quando si voterà per le politiche la musica cambierà. E il centrosinistra dovrà comunque trovare un accordo con chi, ancora oggi, raccoglie i voti dei grillini. Poi anche quel movimento è diviso: Conte da una parte, Grillo e Casaleggio dall’altra. Al momento non mi sembra per niente facile ipotizzare un’intesa». A dire il vero questo problema è pesante come un macigno per il centrosinistra.

“Un elettore del M5S piuttosto che votare Raggi andrebbe al mare”

Perché se a Napoli e Bologna l’alleanza ha funzionato è perché – ammette Cacciari- c’erano candidature forti. «Ma non è sempre così. A Roma pensare di convincere uno che al primo turno ha votato la Raggi a sostenere Gualtieri è praticamente impossibile – ragiona Cacciari- . Piuttosto il giorno del ballottaggio va al mare o vota direttamente Michetti. In quella città Pd e 5 Stelle se ne sono dette di tutti i colori per cinque anni. Non è immaginabile pensare che da un momento all’altro i combattenti cambino idea». A precisa domanda risponde che se fosse stato a Roma avrebbe votato Gualtieri, ma si affretta a “bastonare” il Pd dicendo di avere sbagliato il candidato. Ne ha per tutti, non si salva nessuno nella sua analisi.

“Quando c’era Berlusconi…”

E quanto al centrodestra arriva ad invocare il ruolo che fu di Berlusconi. “Chi è in grado di rappresentare tutta quella coalizione? Fino a qualche tempo fa c’era Berlusconi. Era un federatore e aveva anche un riconoscimento internazionale”. “Il federatore del centrodestra deve saper tenere insieme quella coalizione (e oggi non è facile) e al tempo stesso saper trattare a livello internazionale. Auguri“.

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