“Salvini, ora basta con la Nutella”. I consigli dell’azzurro Palmieri per sostituire la Bestia
La vicenda che inguaia Luca Morisi non è solo giudiziaria. Ha anche ricadute sulla comunicazione. E’ lecito domandarsi infatti se la cosiddetta Bestia non fosse già trafitta prima che il suo inventore finisse iscritto nel registro degli indagati. Tra la famosa citofonata di Salvini a un presunto spacciatore e i fatti che oggi sono alla ribalta delle cronache c’è stato di mezzo il Covid, la pandemia, l’emergenza sanitaria, e poi il governo Draghi. Insomma il contesto è del tutto mutato. E gli italiani forse non hanno più bisogno di parole d’ordine da barricata, ma di rassicurazioni.
La versione di Palmieri: la Bestia non funzionava più
Se lo domanda anche Antonio Palmieri, che dal 1994 segue le campagne elettorali di Forza Italia, e così risponde al Foglio: “Una delle lezioni da trarre dopo il caso Morisi è che qualsiasi comunicazione che sia slegata dalla realtà oggi viene ritenuta poco in sintonia con lo spirito dei tempi. La gente in un momento di difficoltà ha bisogno di essere accompagnata. Più che di shitstorming c’è bisogno di brainstorming“.
La Bestia all’inizio imitava Berlusconi ma poi…
La Bestia, secondo Palmieri, “era funzionale all’abito salviniano nella fase della sua ascesa. Giocava sulla ricerca ossessiva di tematiche che fossero semplici e accessibili a tutti. In questo ha tratto ispirazione dalla figura di rottura che è stata per la comunicazione politica italiana Berlusconi. Il problema è che quel tipo di messaggio è stato completamente stravolto dalla pandemia e dall’avvento del governo Draghi”.
Salvini deve reinterpretare il suo messaggio
“Credo che Salvini- conclude – abbia bisogno di reinterpretare il suo messaggio, essere più ancorato alla realtà. Sostituire un certo registro facendo un salto di qualità. Anche perché un conto è studiare il sentiment elettorale, un altro è inseguirlo. Da leader è un attimo che si diventa follower”.