Porta le figlie in Africa e le costringe all’infibulazione: arrestato al rientro a Piacenza

4 Set 2021 16:59 - di Redattore 92
infibulazione Piacenza

Un immigrato africano, all’insaputa della madre rimasta in Italia, a Piacenza, ha deciso di portare le due figlie nel suo Paese di origine e di sottoporle a infibulazione. Dopo aver fatto la raccapricciante scoperta, la donna ha denunciato il marito ai carabinieri. L’uomo, successivamente, è stato arrestato e adesso rischia ben 12 anni di reclusione. Lo riporta il quotidiano Libertà.

A denunciare il fatto è stata la madre delle bambine, che era rimasta a Piacenza – dove vive la famiglia – e che sembra non fosse al corrente di quanto il marito volesse fare, per scoprire poi tutto al ritorno in Italia di lui e delle figliolette. 

Solo a Piacenza almeno 10 giovani sottoposte a infibulazione


Secondo i dati ottenuti dal quotidiano locale, dall’inizio dell’anno le ginecologhe dei consultori familiari dell’Ausl di Piacenza e provincia hanno visitato una decina di donne che avevano subito un’infibulazione.
 
Sul caso del padre africano che ha fatto infibulare le figlie, indagano i carabinieri e la procura di Piacenza. L’ipotesi di reato di infibulazione, inoltre, è aggravata dal fatto che la pratica sia stata commessa su due minorenni. Dal 2006, infatti, in Italia esiste una legge specifica che punisce l’infibulazione effettuata su donne e bambine. Si tratta di una pratica barbara che consiste nella modifica degli organi genitali femminili. 

La battaglia di Fratelli d’Italia contro una pratica aberrante

«L’aumento dei flussi migratori verso l’Europa ha portato con sé anche un rapido incremento della diffusione delle mutilazioni genitali e dell’aberrante pratica dell’infibulazione in Occidente. Si stima che circa 600 mila donne che vivono nel continente europeo siano state vittime di questa atroce pratica e le bambine oggi a rischio sono più di 5 mila». Lo aveva denunciato, nel febbraio scorso, Cinzia Pellegrino, Coordinatore nazionale di FdI del Dipartimento tutela Vittime. 

Circa 250 milioni di ragazze e donne viventi oggi sono state sottoposte a MGF; ma i tassi di MGF sono in aumento, un riflesso della crescita della popolazione globale. Le MGF sono diffuse prevalentemente nell’Africa sub-sahariana e negli Stati arabi, ma anche in alcuni paesi dell’Asia, dell’Europa orientale e dell’America Latina. E’ probabile che 68 milioni di ragazze saranno infibulate tra il 2020 e il 2030 in 25 paesi in cui la MGF è praticata abitualmente.

Bernini (Forza Italia): “Soprusi inammissibili”

“Il caso delle due bambine residenti a Piacenza sottoposta a infibulazione per volontà della famiglia nel Paese di origine -rivelato ieri dal quotidiano ‘Libertà’– è un nuovo campanello d’allarme sulla condizione femminile in troppe famiglie di immigrati dentro cui vige un regime talebano”. Lo afferma Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato.

«La mutilazione genitale -ricorda- è severamente punita in Italia grazie alla legge Consolo, ma è un’usanza tribale che, pur non essendo legata ad alcun precetto religioso, viene purtroppo ancora praticata e suggerita da alcuni imam provenienti soprattutto da Somalia ed Egitto. Occorre una grande mobilitazione sociale e culturale per impedire questi abusi che pregiudicano per sempre la vita di ragazze a cui è vietato occidentalizzarsi, come ha tragicamente dimostrato l’atroce vicenda di Salman. Se i genitori non accettano di integrarsi, bisogna alzare il livello di sorveglianza per impedire questi inammissibili soprusi”.

Nella foto Ansa, due ragazzine sorridenti e vestite di bianco portate a farsi deturpare fisicamente come se si trattasse di una festa in una scena tratta dal film “Il giorno che non scorderò mai”, pellicola della keniota Kim Longinotto sulla pratica dell’ infibulazione femminile.


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