Lamorgese in aula risponderà sul rave di Viterbo. Il raduno evitato in Piemonte e dirottato nel Lazio

11 Set 2021 9:37 - di Redazione
Lamorgese

Il ministro degli Interni Luciana Lamorgese riferirà mercoledì in aula sul rave party di Viterbo.  “Il ministro – dice il capogruppo di FdI alla Camera Francesco Lollobrigida – dovrà rispondere al Parlamento italiano e chiarire quanto affermato dal quotidiano La Verità, cioè se la trattativa tra lo Stato e i criminali che hanno organizzato l’evento vi sia stata“.

Lamorgese non poteva non sapere del rave party

E in vista dell’appuntamento parlamentare il quotidiano La Verità torna all’attacco e scrive che il ministro Luciana Lamorgese non poteva non sapere. “Infatti – accusa il giornale diretto da Maurizio Belpietro – nei giorni precedenti all’evento le forze dell’ordine avevano ricevuto segnali ben precisi su quello che stava per accadere. E hanno cercato di evitare in tutti i modi che una kermesse come quella che si è svolta a Viterbo potesse piantare le tende sulle rive del Po. E precisamente nella provincia di Alessandria”.

Prime avvisaglie del raduno già l’11 agosto in Piemonte

Le prime avvisaglie si sono registrate alle porte di Casale Monferrato l’11 e 12 agosto. Qui sono stati fermati diversi autoveicoli, molti dei quali francesi.  E sono state identificate numerose persone sospettate di volersi recare in zona per partecipare a una megafesta a base di musica, alcol e droga. Eppure – scrive ancora la Verità – “questo circo Barnum ad alto tasso psichedelico è riuscito ad attraversare l’Italia. E ad arrivare in provincia di Viterbo senza più incontrare veri ostacoli. Anzi ai carabinieri che volevano sbarrare gli accessi all’area intorno al lago di Mezzano, dall’alto, è stata data l’indicazione «di monitorare, ma non di bloccare» l’afflusso di mezzi, al contrario di quanto era successo in Piemonte. Chi ha deciso che un evento che non poteva svolgersi al Nord potesse scatenarsi in Lazio?”.

E’ questa la domanda alla quale Lamorgese dovrà fornire una risposta convincente, poiché – alla luce di quanto ricostruisce il quotidiano – la narrazione delle forze dell’ordine colte di sorpresa dall’evento non appare più credibile.

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