La doppia faccia dei talebani: concilianti di fronte a 1,1 miliardi di aiuti. Ma, poi, ammazzano
Concilianti di fronte alle promesse di lauti aiuti finanziari della comunità internazionale all’Afghanistan – si parla di oltre 1,1 miliardi di aiuti – ma, poi, i talebani uccidono a tutto spiano.
È la doppia faccia che i talebani mostrano al mondo: promesse, persino scritte, di rispettare le donne, i diritti umani e quanti hanno collaborato in questi anni con la coalizione internazionale. Rassicurazioni che nessuno pagherà per il passato. Che non saranno attuate vendette.
Ma, poi, persino i video che spuntano qua e là dicono altro. Dicono di persone uccise senza troppi complenti, di aggressioni feroci. Di omicidi efferati. Come testimonia la Bbc.
Infervorati dall’idea di una pioggia di soldi che arriverà sull’Afghanistan sotto forma di aiuti finanziari internazionali – l’Onu ha stimato che il popolo afghano avrà bisogno di aiuti per oltre 600 milioni di dollari fino alla fine dell’anno per evitare la crisi alimentare ed il collasso dei servizi pubblici – i talebani hanno inviato all’Onu garanzie scritte sul passaggio sicuro e la libertà di movimento per i cooperanti, rivela il vicesegretario per le questioni umanitarie delle Nazioni Unite, Martin Griffiths nel suo intervento alla Conferenza dedicata agli aiuti per l’Afghanistan in cui sono stati raccolti 1,1 miliardi di dollari di fondi.
Gli aiuti potranno essere consegnati indipendentemente dal governo appena insediato a Kabul, ha lasciato intendere Griffiths che ha ricevuto una lettera dal vice Premier dopo i colloqui che ha avuto la scorsa settimana a Kabul con la leadership talebana.
“Abbiamo spiegato in tutte le occasioni pubbliche che siamo impegnati a rispettare tutti i diritti delle donne, i diritti delle minoranze e i principi di libertà di espressione nel quadro della religione e della cultura, quindi ancora una volta ribadiamo il nostro impegno e adotteremo passi graduali e concreti con l’aiuto della comunità internazionale“, recita la lettera.
Ma l’Alta commissaria per i diritti umani, Michelle Bachelet, la pensa in maniera totalmente opposta. E denuncia che i talebani cercano, casa per casa, chi ha lavorato per gli americani o compagnie americane.
“Diversi incidenti simili colpiscono dipendenti dell’Onu che denunciano, da Kabul, Herat, Kandahar e Mazar-e-Sharif, sempre più attacchi o minacce“, ha aggiunto Bachelet.
E la Bbc ci mette il carico rivelando di aver scoperto che almeno 20 civili sono stati uccisi dai Talebani nella valle del Panshir in Afghanistan, teatro di combattimenti tra gli ex-studenti coranici e le forze della resistenza.
L’emittente britannica parla di comunicazioni interrotte nella valle sotto il controllo dei Talebani e di “prove” sugli omicidi nonostante le promesse di moderazione da parte dei nuovi ‘padroni’ di Kabul.
Tra le prove, la Bbc cita un video girato su una strada del Panshir in cui si vede un uomo con indosso un’uniforme militare – cosa comune nella valle anche tra i civili – circondato da combattenti Talebani. Si sentono colpi di arma da fuoco e si vede l’uomo crollare a terra.
“Il mondo dovrebbe collaborare con noi. Nel Paese è stata mantenuta la sicurezza e le persone sono in difficoltà economiche, cibo e medicine scarseggiano“, questua il portavoce talebano Zabihullah Mujahid, parlando con l’agenzia Dpa.
Mujahid ha inoltre riferito che il nuovo governo talebano accoglie con favore la conferenza dei donatori che si tiene oggi a Ginevra, promettendo trasparenza nell’uso e nella distribuzione degli aiuti che giungeranno dalla comunità internazionale.
“Siamo favorevoli all’aumento dell’assistenza internazionale al nostro popolo e al nostro Paese”, ha detto.
Ma molti Paesi vogliono imporre alcune condizioni per l’invio degli aiuti, temendo che i talebani governino nuovamente l’Afghanistan con il pugno di ferro, ignorando i diritti umani fondamentali, soprattutto nei confronti delle donne.
Inoltre almeno 153 media hanno chiuso in Afghanistan da quando i Talebani hanno preso il potere il 15 agosto a causa dei problemi economici e delle restrizioni imposte, sostiene il sindacato dei giornalisti, citato dall’emittente Tolo news. E secondo la tv, si stima che ci saranno altre chiusure per motivi economici nel prossimo futuro.