Il Papa celebra i Rom e invita all’accoglienza: “Sono fratelli, dobbiamo stare tutti insieme e aiutarci”

22 Set 2021 14:24 - di Robert Perdicchi

Udienza generale del Papa interamente dedicata al recente viaggio apostolico a Budapest e in Slovacchia, con un capitolo tutto dedicato al popolo Rom, a cui già nel 2019 aveva chiesto scusa. Lo riassumerei così: è stato un pellegrinaggio di preghiera, un pellegrinaggio alle radici, un pellegrinaggio di speranza”, ha detto Bergoglio.

Bergoglio  e il viaggio in Slovacchia

Il Pontefice ha quindi ricordato le tappe del viaggio: “La prima è stata a Budapest, per la Santa Messa conclusiva del Congresso Eucaristico Internazionale. Grande è stata la partecipazione a questa celebrazione. Il popolo santo di Dio, nel giorno del Signore, si è riunito davanti al mistero dell’Eucaristia, dal quale continuamente è generato e rigenerato. Era abbracciato dalla Croce che campeggiava sopra l’altare, a mostrare la stessa direzione indicata dall’Eucaristia, cioè la via dell’amore umile e disinteressato, dell’amore generoso e rispettoso verso tutti, della fede che purifica dalla mondanità e conduce all’essenzialità. Questa fede ci allontana da mondanità che è un tarlo e ci rovina da dentro”.

Quindi Francesco ha parlato della celebrazione a Šaštín, in Slovacchia, presso il Santuario della Vergine dei Sette Dolori, dove “un grande popolo di figli è accorso per la festa della Madre, che è anche la festa religiosa nazionale”.

Un viaggio che, ha ricordato ancora il Pontefice, è stato anche un “pellegrinaggio alle radici. Incontrando i fratelli Vescovi, sia a Budapest sia a Bratislava, ho potuto toccare con mano il ricordo grato di queste radici di fede e di vita cristiana, vivide nell’esempio luminoso di testimoni della fede. Ho percepito la forza di queste radici nella celebrazione della Divina Liturgia in rito bizantino, a Prešov, nella festa della Santa Croce. Nei canti ho sentito vibrare il cuore del santo popolo fedele, forgiato da tante sofferenze patite per la fede”.

Il Papa difende l’identità del popolo Rom

In proposito, il Papa ha ricordato: “piu’ volte ho insistito sul fatto che queste radici sono sempre vive, piene della linfa vitale che è lo Spirito Santo, e che come tali devono essere custodite: non come reperti da museo, non ideologizzate e strumentalizzate per interessi di prestigio e di potere, per consolidare un’identità chiusa. No. Questo vorrebbe dire tradirle e sterilizzarle”. Un pellegrinaggio anche “di speranza- ha rimarcato Francesco-. Speranza nel vedere tante coppie giovani e tanti bambini, di fronte all’inverno demografico”.

Bergoglio ha poi reso omaggio alle Suore Missionarie della Carità del Centro Betlemme a Bratislava, che accoglie le persone senzatetto: “Penso alla comunità Rom e a quanti si impegnano con loro per un cammino di fraternità e di inclusione. E stato commovente condividere la festa della comunità Rom: una festa semplice, che sapeva di Vangelo. I Rom sono fratelli dobbiamo accoglierli”. Quindi il monito al l’unità: “Cari fratelli e sorelle, questa speranza si realizza, si fa concreta solo se declinata con un’altra parola: insieme. A Budapest e in Slovacchia ci siamo trovati insieme con i diversi riti della Chiesa Cattolica, insieme con i fratelli di altre Confessioni cristiane, insieme con i fratelli Ebrei, insieme con i credenti di altre religioni, insieme con i più deboli. Questa è la strada, perché il futuro sarà di speranza se sarà insieme non da soli”.

 

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