“Giù le mani dai virologi”, la rivolta dei conduttori. Myrta Merlino: “Invito chi voglio”
“Invito chi mi pare”. Così parlò Myrta Merlino. La conduttrice di La 7 è apripista di una vera e propria rivolta contro la nuova norma proposta da un ex cinquestelle che vieta a medici e virologi di recarsi in tv senza “permesso” della struttura ospedaliera. Non toglieteci i virologi, è l’inno di battaglia. Una carrellata tra i principali conduttori e conduttrici che leggiamo su La Stampa la dice lunga su come l’abbiano presa gli “anchorman” televisivi. Giuseppe Cruciani conduce con David Parenzo, «La zanzara», su Radio24. Ed esclama: «È una follia, una cosa da regime: innanzitutto non sta alla politica decidere chi va in tv e chi non va. Se poi un’azienda sanitaria vuole autonomamente decidere le regole di ingaggio dei propri dipendenti, fatta salva La libertà di espressione, bene un ospedale può decidere di farlo. La trovo una cosa assolutamente anti democratica che penso e mi auguro non passerà mai».
Cruciani: “Misura stalinista”
Insomma, abbiamo spesso evidenziato la sovraesposizione dei medici in tv da un anno e mezzo a questa parte, ma il trema è un altro. «Possiamo parlare fino alla morte della sovraesposizione dei virologi, ma l’argomento non è quello. Sono i media che decidono chi intervistare. Nelle democrazie è così che funziona. Chi ha voluto questo ordine del giorno ha un’idea della comunicazione e della democrazia quantomeno bizzarra. Siamo arrivati a una cosa quasi stalinista», dice a proposito dell’ordine del giorno dell’ex grillino Trizzino che ha fatto inbufalire i diretti interessati.
L’ex M5S Trizzino vuole silenziare i virologi, Porro: “Roba da pazzi”
Nicola Porro conduttore di «Quarta Repubblica» su Rete4 è fuori di sé. «È una follia totale – dice a La Stampa- io non sono un grande amante della categoria. Ho bisticciato con Galli e via social spesso me la prendo con Burioni, un’altra grande star. Ma l’idea che ci sia un ordine del giorno rivolto a questi che ritengo presenzialisti la trovo una cosa da pazzi», spiega. «Mi fa schifo citare Orwell ma davvero siamo alla psico-polizia che decide chi può parlare in tv e chi no. È una misura illiberale. Siamo in una fase in cui in virtù dell’emergenza stiamo scivolando verso un’intolleranza eccessiva. Chiunque discuta sembra un non vax. L’emergenza non giustifica tutto».
Bavaglio ai virologi in tv, Myrta Merlino: “E’ un’idea paracula, un modo per farsi notare”
Myrta Merlino racconta di avere chiesto al suo ospite, Matteo Bassetti: “Professore non è che le faccio perdere il posto? Nemmeno nella Cina di Mao e nella Russia di Stalin, mi ha risposto. Poi ha spiegato che la politica non ha capito come funziona e che la regola negli ospedali è già così. Un medico si fa già autorizzare», racconta Myrta Merlino. Per la giornalista che conduce «L’aria che tira» su La7 l’odg è una bandiera. «Il Parlamento ha voluto dare la sensazione che la politica si occupa della cacofonia che c’è. I virologi li invitiamo noi perché siamo pieni di dubbi che spesso non riusciamo a superare”. La Merlino, condittrice di “L’Aria che tira” si è anhe sfogata in un’intervista su Libero: “è un’idea paracula, un modo per farsi notare”, dice a proposito di chi ha proposti la brillante iniziativa.
I conduttori fanno nero Trizzino: “Voleva finire sui giornali”
C’è chi dice che fanno confusione i virologi che si smentiscono spesso l’un con l’altro. Risponde la Merlino: “Viola dice che la terza dose non va bene per tutti. Dopo tre giorni Crisanti invece pensa che è ovvio che dobbiamo farla perché dopo sei mesi calano gli anticorpi. Un altro sostiene che il Covid diventerà endemico abbiamo le idee confuse. Secondo me l’ordine del giorno è stato un modo per finire sui giornali e dimostrare che il Parlamento esiste nel momento in cui Draghi fa come gli pare e i virologi pure. Un colpo riuscito male». La Merlino sostiene tuttavia, che le lettere dei telespettatori attestano una richiesta di esperti in tv, proprio per avere il puù possibile notizie. Conclude la carrellata Luisella Costamagna. Quelal degli esperti «È una voce che non può mancare”, dice a La Stampa la conduttrice di «Agorà» su Rai 3. «Non è la politica che può dare le patenti di chi può o non può parlare. Io continuerò a invitarli. È una voce indispensabile sono informazioni che soprattutto chi fa servizio pubblico non può non dare».